Streaming Addicted è una rubrica molto bella curata da Daria Tombolelli, la quale, ogni mese, cerca in quel gran pentolone che è il web tutto il meglio (e il peggio) dello streaming mondiale. Ovviamente stando bene attenta alle chicche.
Ad aiutarla Chiara Sagramola, esperta di Podcast.
BVG – NÄCHSTER HALT: WELTKULTURERBE
Youtube
Da anni, i video (e in generale ogni tipo di marketing o pubblicità da essa prodotto) della BVG, l’azienda dei trasporti berlinese, regalano uno spaccato divertente e dissacrante sulla città che sempre cambia e non è mai se stessa. I riferimenti questa volta sono un po’ nascosti e da “intenditori”: un bicchiere di berliner luft, il liquore alla menta, tipico preludio a serate che no, non andranno a finire benissimo, che diventa un colluttorio, l’ossessione tutta hypster per il latte di Soya, le tute improbabili, e molti altri. E l’azienda che, per una serie di inconfutabili pregi, si propone per un titolo prestigiosissimo: Taj Mahal, Machu Picchu, BVG!
ممنوعة من العرض – NOT YOUR HONOR
Facebook
L’organizzazione “Abaad Mena”, che si batte per la parità di genere in Medio Oriente e Nord Africa, con questo video ha voluto attirare l’attenzione sulle aggressioni sessuali contro le donne. “Sono la moglie, la sorella, la madre, la figlia i cui diritti sono stati buttati via, il corpo violentato”, cantano le donne. “Tieni giù le mani da me e tieni per te il tuo peccato”. A pochi giorni dalla sua uscita, il video aveva più di 1,3 milioni di visualizzazioni su Facebook e l’hashtag #notyourhonor si è diffuso sui social media come una sorta di equivalente arabo del #MeToo.
TOTO – AFRICA (CHICKEN COVER)
Youtube
È chiarissimo il motivo per cui un pezzo grandioso (???) come Africa dei Toto sia di grande ispirazione per le opere d’arte più ingegnose e stravaganti. Ad inizio anno, l’artista namibiano-tedesco Max Siedentopf l’aveva scelta come canzone che la sua installazione sonora ad energia solare nel deserto del Namib avrebbe suonato in loop per l’eternità. Ma qualche tempo fa ci aveva già pensato Big Marvel a portare a questa canzone la gloria dovuta. E allora niente: Chicchirichì.
HIGH ENERGY – LA MUSICA DISCO DEGLI ANNI 80
Arte.tv
Direttamente da Arte.tv, un documentario di quasi un’ora su uno dei generi musicali rivoluzionati da quel grande buco coloratissimo e glitterato, cotonato e phonato, che sono stati gli anni ’80. Tutta la scena italiana, tedesca, francese, americana, in un video stravagante e da vedere. Vi segnaliamo al minuto 21 Relax dei Frankie goes to Hollywood e al 31 una grandissima Sandra, che a pieni polmoni ci dice che non sarà mai Maria Maddalena.
GUAXUMA
Vimeo
Nara e Tayra sono migliori amiche: sono fatte di sabbia e di feste hippy su una spiaggia del nord Brasile. E come la sabbia si compongono e si scompongono di fronte ai nostri occhi, insieme alla loro storia di libertà e di privazione della libertà. La sabbia è il passare del tempo, è labile come la memoria. I ricordi di Nara Normande non sono tutti attendibili, ma la storia raccontata, granello dopo granello, ci spinge naufraghi su lidi lontani.
BREAK IN THE CASE
Spotify
Questo podcast potrebbe essere l’ennesimo podcast true crime se non fosse che è prodotto niente di meno che dal Dipartimento di Polizia di New York, condotto, in apertura e chiusura di episodio, da un vero ufficiale di polizia, e, per il resto, raccontato da Edward Conlon, un ex detective del NYPD, autore dell’acclamato best seller Blue Blood
A quanto pare, però, non è il primo e non sarà l’ultimo di questo tipo di podcast, a produzione poliziesca, tanto che il genere si è già guadagnato un proprio nome: copcast.
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THERE’S WALDO IS A ROBOT THAT FINDS WALDO
Youtube
Where is Waldo (in italiano: Dov’è Wally, perché gli abbiamo cambiato nome non lo capirò mai) è una serie di libri gioco creata dall’illustratore Martin Handford. Questo robot, nutrito con una grossa quantità di immagini di Waldo, è in grado di toglierci tutto il divertimento del diventare ciechi per trovare il povero giovine con una propoensione per le righe rosse e bianche e una grande capacità di mimetizzazione. In ogni caso la questione sollevata dall’utente tiotito31 nel primo commento al video ci colpisce per la forza della sua evidenza: Hanno costruito un robot, ma non sono stati in grado di fabbricare una mano con un dito che sia in grado di puntare? (They build a robot, but can’t make a rubber hand molded in a “pointing” gesture?)
Grazie tiotito31, per sempre riconoscente, per aver detto quello che tutti avremmo voluto.
FACING IT
Vimeo
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, una persona su tredici, soffre di disturbo di ansia sociale. In questo video animato in claymation un ragazzo affetto da questo disturbo si ritrova in una delle situazioni più critiche: in un bar, nel tentativo di socializzare ed entrare in contatto con altri. E mentre una serie di impedimenti cerebrali si trasformano in impedimenti fisici, uscendo dalla sua testa e facendosi mano, dito indice ad indicare il silenzio, piede che calcia maldestramente, il ragazzo pensa al suo passato, al rapporto con i genitori e a quanto difficilmente una mela cada lontano dall’albero. Sam Gainsborough ci regala un emozionante viaggio nella vita di chi convive con un disagio difficile da riconoscere e superare e che, troppo spesso, viene declassato automaticamente, seppur senza cattive intenzioni, ad un semplice eccesso di timidezza.
SQUARE ONE
Youtube
Square One è un documentario del 2019, diretto da Danny Wu, che riaccende i riflettori sulle prime accuse per abuso sessuale su minore mosse contro Michael Jackson nel 1993, andando a scavare sulla vicenda, facendo riemergere nuove prove nel tentativo di smontare il luogo comune per cui il cantante avrebbe comprato il silenzio del piccolo Jordan Chandler, sua presunta vittima. Square One è stato distribuito per la prima volta al TCL Chinese Theater il 28 settembre 2019, solo per pochi scelti. Il 5 ottobre 2019, invece, è stato presentato in anteprima a Londra e su YouTube mentre, la versione finale del documentario dovrebbe uscire ad Amsterdam il 18 gennaio prossimo.
CATHERINE OPIE B. 1961
Vimeo
E chiudiamo in bellezza con un documentario sull’opera fotografica di Catherine Opie, nata nel 1961 in Ohio e attualmente residente a Los Angeles, dove insegna fotografia alla UCLA. Attraverso la fotografia, Opie, documenta il rapporto tra l’individuo e lo spazio abitato. Le sue immagini sono abitate da esseri umani, di ogni forma, genere o non-genere. Questo è un documentario sulla sua persona, sulla sua arte e su tutto ciò che ci vuole comunicare sulla comunità queer e sull’America.
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