PMK, Politisch motivierte Kriminalität. Sotto questo nome, dall’inizio del millennio, lo Stato tedesco cataloga la cosiddetta “criminalità con motivazioni politiche”, vale a dire tutte le indagini per reati che partono dalla semplice ispirazione politica e giungono fino alle accuse di terrorismo o altre attività contro la cosiddetta fdGO – freiheitliche demokratische Grundordnung (cioè l’ordine costituito liberale democratico della Repubblica Federale di Germania). Catalogazione senza validità legale, la PMK segue innanzitutto l’operatività e la razionalità della polizia ed è il nucleo dei report annuali che il BMI, il ministero dell’Interno tedesco, presenta a tutto il paese. L’impostazione analitica, la metodologia e i risultati della statistica sono spesso oggetto di dibattito. Il metodo con cui uno Stato organizza la catalogazione iniziale e il contrasto di quelli che considera i propri nemici interni può essere analizzato su molteplici layer di complessità. La statistica PMK è tanto indicativa e informativa quanto politicamente, ideologicamente e storicamente determinata, perché anche espressione del desiderio primario-arbitrario di uno specifico sistema-Stato di preservare-applicare-imporre se stesso nello spazio e nel tempo.
Dati in crescita
L’ultimo report, per l’anno 2020, è stato presentato lo scorso maggio dal ministro degli Interni Seehofer (CSU) e dal direttore della BKA (Ufficio federale della Polizia criminale, cioè la polizia federale tedesca). E’ la BKA che ogni anno raccoglie i dati e le valutazioni di ciascuna LKA, le polizie criminali dei 16 Bundesländer, e li riunisce in una statistica finale. La sintesi di Seehofer, diffusamente ripresa dai media di tutto il paese, è stata chiara: da quando la PMK viene calcolata (cioè dall’anno 2001), in Germania non ci sarebbero mai stati così tanti reati politici. In totale, la polizia ha registrato 44.692 reati di natura politica, con un +8,54% rispetto al 2019. Più del 50% di questi reati, cioè ben 23.604, è stato ricondotto alla categoria PMK -rechts- (criminalità politica di destra, estrema destra), con un incremento del +5,65% rispetto all’anno precedente. Seguono i cosiddetti reati di natura politica PMK -links- (sinistra, estrema sinistra) con 10.971 casi (+11.39% rispetto al 2019), i reati della categoria PMK -ausländische Ideologie- (ideologia straniera) con 1.016 casi (-46,44%), i reati PMK -religiöse Ideologie- (ideologia religiosa) con 477 casi (+12,24%). Una porzione rilevante nella statistica è poi quella dei reati PMK -nicht zuzuordnen- (non catalogabili), che nel 2020 sono stati conteggiati a 8.624 (+29,41% rispetto all’anno prima).
Aspetto cruciale in merito alla statistica sulla PMK è che, al contrario di altri calcoli sulla criminalità in Germania, i reati politici vengono catalogati all’inizio del relativo procedimento (secondo una cosiddetta Eingangsstatistik, statistica d’entrata) e sono quindi molto vincolati alle variabili relative alle denunce di partenza da parte di cittadini, associazioni o della stessa polizia.
Nel 2020 il 57,25% dei reati PMK rientrava in una categoria senza crimini direttamente/immediatamente violenti. Il 34,18% dei reati PMK è stato costituito dai cosiddetti Propagandadelikte (cioè reati che diffondono propaganda vietata dalla Legge Fondamentale tedesca o usano simboli di organizzazioni anticostituzionali). Il 13,85% dei reati è stato costituito nel 2020 da offese o insulti di natura politica. Il 9,23% dei reati è stato costituito da Volksverhetzung (la cui traduzione burocratica più calzante è “istigazione/sobillazione della popolazione” a volgersi contro l’ordine costituito/costituzionale).
Al di là delle varie zone grigie delle categorizzazioni nel report finale (alcune delle quali poco chiare), i crimini direttamente violenti registrati nel 2020 sono stati invece 3.365, con una crescita del +18,82% rispetto all’anno scorso. Di questi, 1562 sarebbero stati commessi dalla categoria PMK -links- (+45,06%), 1092 (+10,75%) dalla categoria PMK -rechts-, 113 (-68,71%) da PMK -ausländische Ideologie-, 43 (-10.42%) da PMK -religiöse Ideologie- e 521 (+49,62%) da PMK -nicht zuzuordnen-. Come si potrà vedere, tuttavia, per un approccio critico a numeri ed effetti delle statistiche PMK, va analizzata anche la divisione interna dei reati calcolati come violenti, così come le specificità di ciascuna delle già citate categorie.
Ruolo primario dell’estrema destra
I dati sulla PMK confermano complessivamente che l’estremismo di destra rimane la realtà più radicata, diffusa e attiva nella società tedesca. Neonazismo, etno-azionalismo, suprematismo e darwinismo sociale puntano a rovesciare l’attuale ordine liberaldemocratico per sostituirlo con strutture etno-gerarchiche che rifiutano l’uguaglianza formale tra i cittadini. Secondo il BfV (Ufficio per la Protezione della Costituzione, cioè l’intelligence interna tedesca), per l’anno 2020 la stima dei sostenitori dell’estremismo di destra ha raggiunto 33.300 persone, di cui 13.300 considerate pronte alla violenza e 71 classificate come Gefährder (cioè persone valutate dall’intelligence come potenzialmente pronte entro breve a compiere crimini politici violenti o atti terroristici). Dato significativo è come, negli ultimi anni, questa galassia di estrema destra abbia trovato nuove forme di accettazione, legittimazione e sostegno più o meno tacito in segmenti sociali e politici un tempo formalmente non estremisti.
I dati PMK -rechts- avevano già raggiunto un picco molto alto nel 2015-2016 (anni della cosiddetta “crisi dell’immigrazione e di una crescita esponenziale di attacchi xenofobi), erano poi leggermente scesi negli anni successivi ma sono infine risaliti nell’ultimo anno.
Il 57,87% dei reati PMK -rechts- nel 2020 è costituito da cosiddetti Propagandadelikte. Reati che, nello specifico, partono dall’esposizione di svastiche, saluti nazisti e altre simbologie illegali in Germania e giungono alla diffusione online e offline di materiale di estrema destra giudicati come incostituzionali. A questi reati si aggiungono reati come insulti e minacce, sia online sia offline.
Come già indicato, nella statistica della polizia tedesca sui reati politici violenti, la categoria PMK -rechts- risulta seconda dopo quella PMK -links-. Ma anche secondo i dati della polizia federale l’estremismo di destra è comunque responsabile della maggioranza delle aggressioni fisiche di natura politica (il 50,5%) ed è complessivamente il maggiore responsabile dei cosiddetti crimini d’odio (Hasskriminalität), cioè i crimini mossi da discriminazione in base a nazionalità, etnia, religione, sessualità, identità di genere. In questo senso nello stesso report della BKA viene citato direttamente il ruolo a dir poco predominante dell’estrema destra nei reati contro stranieri (92,4%), i reati antisemiti (94,5%) e i reati islamofobi (92,1%). Molto rilevante è anche il ruolo politico dell’estrema destra negli attacchi frutto di omotransfobia.
Da notare è che proprio in queste categorie si stima da tempo un’ampia Dunkelziffer (cifra oscura, cioè un dato sommerso) dovuto a mancate denunce da parte delle vittime. Il dato sommerso è un aspetto cruciale da considerare nell’analisi di qualsiasi statistica di polizia. Le indagini delle autorità possono essere immaginate come un cono di luce che, fisiologicamente, copre solo una parte degli eventi giudicati come reati secondo la legge di uno Stato. Anche l’indirizzo e la gestione di questo cono di luce è frutto di scelte contingenti, tattiche e determinate politicamente.
L’estrema destra detiene anche da decenni un ruolo primario negli atti violenti o apertamente terroristici con omicidi. Nel 2020, degli 11 omicidi a sfondo politico registrati dal report sulla PMK, 9 sono stati compiuti da un estremista di destra (nello specifico dall’autore della strage di Hanau, in cui sono stati assassinati con motivazioni xenofobe nove giovani di origine straniera). Questi omicidi si aggiungono a una lunga lista: dal 1990 a oggi l’estremismo di destra ha assassinato 109 persone in Germania (dati ufficiali del governo).
Secondo diverse associazioni che si occupano di contrastare l’estrema destra, la Dunkelziffer nella categoria PMK -rechts- sarebbe particolarmente rilevante anche perché specifiche LKA di alcuni Bundesländer continuerebbero a sottovalutare più o meno coscientemente l’entità dell’estremismo di destra in Germania. L’elefante nella stanza di questo dibattito, ovviamente, è anche il crescente numero di scandali in merito alla presenza di network e gruppi di estrema destra e neonazisti nella stessa polizia e altri organi legalmente detentori dell’esclusività dell’uso della forza in Germania. Polizia di Land, BKA, Bundeswehr, intelligence militare, intelligence interna: non c’è praticamente organo di sicurezza tedesca che negli ultimi anni non abbia avuto suoi membri coinvolti in indagini su network di estrema destra (in casi che vanno da chat di destra radicale a gruppi armati con progetti eversivi).
L’infiltrazione/presenza dell’estrema destra negli apparati dello stato è tradizionale in numerose nazioni, ma assume un particolare significato in Germania, dove lo Stato vive da tempo nel difficile equilibrio tra la negazione liberaldemocratica del proprio passato nazionalsocialista e la tendenza culturale a essere comunque un apparato molto diffuso e attivo nel corpo sociale.
Lo scorso 15 giugno si è svolta la presentazione del report sull’estremismo da parte del già citato BfV, l’Ufficio per la Protezione della Costituzione. Accanto a quello della BKA sulla PMK, il report completa solitamente il quadro annuale delle analisi statali sulla stabilità politica in Germania. Proprio in quell’occasione, il Presidente del BfV Thomas Haldenwang ha detto che per i casi di penetrazione/presenza dell’estrema destra nelle forze di sicurezza “forse non si possa più parlare di casi isolati”, ma che si tratterebbe ugualmente di “una parte molto piccola” delle autorità. La dimensione politica della questione, tuttavia, è esplosa con forza da tempo e sarà oggetto di dibattito ancora a lungo, visto che i casi continuano a emergere. La Germania, del resto, resta un paese che negli ultimi 2 anni e mezzo ha visto il governo licenziare sia il presidente dello stesso BfV (Hans-Georg Maaßen, predecessore proprio di Thomas Haldenwang) sia il presidente dell’intelligence militare MAD (Christof Gramm) a causa della loro gestione insoddisfacente del dossier “estremismo di destra”.
Conflittualità urbana-metropolitana tra sinistra radicale e autorità
Per l’anno 2020, nella categoria PMK -links- sono stati inseriti 10.971 reati, vale a dire il 24,54% di tutti i reati complessivi. Secondo le linee guida della polizia, sotto PMK -links- rientrano quei reati politici portati avanti da chi sia mosso principalmente da visioni legate a Kommunismus e Anarchismus e all’interno di quella che nella manualistica di polizia viene solitamente (e molto genericamente) definita scena degli Autonomen. Soprattutto la categoria di Kommunismus assume ancora oggi significato particolare nella razionalità e nell’autoidentificazione del potere statale tedesco, che si poggia storicamente prima sull’anticomunismo atlantista della RFT e poi sull’anticomunismo post DDR della Germania riunita.
Nelle analisi della PMK degli ultimi anni, i segmenti decisivi dello Stato tedesco perseguono sempre più una narrazione degli “opposti estremismi” di destra e sinistra, che sembra innanzitutto volta alla stabilizzazione sistemico-ideologica delle istituzioni correnti.
Secondo l’intelligence interna, nel paese ci sono oggi 34.300 radicali-estremisti di sinistra, di cui ¼ considerato pronto alla violenza. Nel gruppo, tuttavia, ci sarebbero soltanto 6 cosiddetti Gefährder.
Il conflitto tra Stato e sinistra radicale in Germania è molto specifico e sfoga talvolta anche le tensioni di un mondo del lavoro tedesco formalmente depoliticizzato, in cui il diritto di sciopero è molto limitato e le istituzioni (e il mondo economico-industriale) perseguono dall’alto la pacificazione tra le parti sociali.
Secondo la statistica, i cosiddetti Propagandadelikte nella categoria PMK -links- non sono molti, mentre sono molto più presenti contestazioni di reati legati agli scontri di piazza, come danneggiamento, disturbo quiete pubblica e manifestazione non autorizzata. Come già detto, per quanto riguarda i reati violenti, nell’anno 2020 sotto la categoria PMK -links- sono stati catalogati 1526 reati (cioè il 45,34%, la maggioranza relativa tra le varie categoria, con una crescita del +45,06% rispetto al 2019).
Una differenza sostanziale tra i “reati violenti” catalogati come -links- e quelli catalogati come -rechts- è certamente nella vittimologia. Nei reati PMK -links- sono pressoché assenti gli attacchi contro persone per motivi discriminatori in base a razza, sesso, etnia, identità. C’è tuttavia la presenza di reati contestati per aggressioni violente verso terzi a causa del credo politico, nella fattispecie contro militanti di destra/estrema destra (o contro persone ritenute tali). Molti degli episodi avvengono durante le contro-manifestazioni della sinistra antifascista in occasione di cortei o azioni di gruppi di destra/estrema destra. Negli ultimi mesi i media tedeschi hanno dato molto spazio al caso di un gruppo di sinistra radicale in Sassonia, accusato di aver compiuto diverse spedizioni violente contro membri dell’estrema destra e per cui l’accusa sarebbe ora di associazione terroristica.
Non è tuttavia possibile analizzare in profondità le statistiche della polizia sui reati catalogati come PMK -links- senza sottolineare la quantità di reati violenti ascritti alla sinistra a causa degli scontri con la stessa polizia. Se la violenza attiva di gruppi di estrema destra o di altre ideologie (si veda più avanti) ha un’azione primaria contro civili, quella di gruppi di estrema sinistra ha da anni un determinante nucleo di conflittualità con le stesse forze dell’ordine.
La statistica PMK indica come di tutti i casi di reati “contro la polizia”, il 49,90% sia ascritto alla categoria PMK -links-, mentre solo il 25,46% alla categoria PMK -rechts-. Il dato oggettivo che ne emerge è che la polizia tedesca si trova decisamente più spesso a scontrarsi con i militanti Antifa e della sinistra radicale che con quelli di estrema destra. Scenario da tempo sviluppato soprattutto nelle conflittualità urbane e metropolitane di alcune delle maggiori città tedesche (a partire da Berlino e Amburgo).
A questo proposito è utile notare anche come, al contrario che in altre statistiche di polizia, nella statistica PMK vengono considerati come reati violenti anche le denunce per resistenza a pubblico ufficiale. Si può quindi supporre che uno dei risultati pratici di questo scenario sia che la cosiddetta Dunkelziffer per i reati ascritti alla sinistra radicale dallo Stato tedesco sia molto meno rilevante, visto che spesso la rilevazione, valutazione e ufficializzazione del reato contestato passa da un’osservazione o decisione diretta/attiva della stessa polizia.
Rivoluzionari curdi e neo-fascisti turchi
Nella categoria PMK -ausländische Ideologie- la Dunkelziffer è invece elemento probabilmente fondamentale. La categoria copre soprattutto quei reati politici commessi da organizzazioni straniere presenti sul territorio tedesco. Un ruolo ampiamente decisivo è svolto dalla riproduzione del conflitto curdo-turco nelle rispettive comunità presenti in Germania. Nell’anno 2020 i reati politici della categoria sono calati di ben il 46,44%. Questo è avvenuto perché, in occasione della pandemia, si sono ridotte le manifestazioni con scontri inter-etnici.
Le organizzazioni curde vicine al PKK (Partiya Karkerên Kurdistanê) sono da tempo sotto l’occhio delle autorità tedesche e dell’Ufficio per la Protezione della Costituzione. Dei 1016 reati catalogati nel 2020 come PMK -ausländische Ideologie-, la polizia ne riconduce 446 proprio alla sottocategoria “PKK” e “Kurden”.
In linea con gli altri paesi NATO e con le richieste di Ankara, la Germania considera il PKK organizzazione terroristica e ha dichiarato illegale l’organizzazione già nel 1993. L’esposizione di specifici simboli del PKK è da tempo un reato in Germania. Le campagne, soprattutto della sinistra tedesca, per sospendere la classificazione del PKK come organizzazione terroristica continuano da tempo e hanno raggiunto particolare intensità in occasione dell’attenzione internazionale raggiunta dai combattenti dell’YPG e dalle combattenti dell’YPJ, che sono vicini al PKK e che da anni combattono contro l’ISIS in Siria.
Sembra invece più prudente e tatticamente diplomatica l’attenzione dello Stato tedesco nei rilevare-tematizzare reati politici o attività estremiste degli ultra-nazionalisti turchi. Secondo molteplici stime, organizzazioni neo-fasciste come i Lupi Grigi contano oggi fino a 18 mila membri in Germania. Uno dei problemi è che l’organizzazione Lupi Grigi formalmente non esiste: i suoi leader l’hanno abilmente diluita in un’apposita galassia di piccole associazioni e gruppuscoli, spesso anche molto capaci di inserirsi profondamente e strutturalmente nelle organizzazioni ufficiali e formalmente riconosciute della comunità turca in Germania. Da questa galassia partono però da tempo intimidazioni e persecuzioni proprio verso la comunità curda e contro numerosi altri dissidenti politici turchi che non sono allineati all’ultranazionalismo turco o all’attuale governo di Ankara. In questa dinamica la Dunkelziffer della PMK -ausländische Ideologie- è probabilmente considerevole, vista la specifica riluttanza da parte di molte delle sue vittime a rivolgersi alle autorità tedesche.
La black box dell’islamismo radicale
La categoria PMK -religiöse Ideologie- contiene in gran parte i reati dell’estremismo di matrice islamista. La categoria è stata creata solo nel 2016, così come quella PMK-ausländische Ideologie-. In precedenza le due categorie erano catalogate in un insieme unico dal vago nome di PMK -Ausländerkriminalität- (criminalità straniera). Si tratta di un dettaglio già emblematico di come l’approccio dello Stato tedesco nel contrasto all’islamismo jihadista e radicale sia stato a lungo poco consapevole. Nell’anno 2020 per la PMK-religiöse Ideologie sono stati registrati 477 reati, di cui 43 violenti.
Sul fronte del riconoscimento/valutazione dei cosiddetti reati di propaganda, tuttavia, l’analisi di polizia non sembra avere la stessa preparazione mostrata in altri dossier. Barriere linguistiche e culturali impediscono spesso di valutare ad esempio gli slogan di manifestazioni islamiste o altre espressioni ideologiche. Il risultato è che il ruolo dei gruppi dell’islamismo radicale nel diffondersi dell’antisemitismo, della discriminazione religiosa e di altre forme di Hasskriminalität venga potenzialmente sottovalutato. Degli 11 omicidi con motivazione politica dell’anno 2020, 2 sono stati di matrice islamista.
L’intelligence interna stima attualmente 28.715 islamisti sul territorio tedesco e diverse associazioni o gruppi islamisti sono stati dichiarati illegali negli ultimi anni. Il fenomeno è diventato più discusso in Germania dopo l’attentato di Berlino del 2016 e dopo la scoperta dell’alto numero di foreign fighters che dalla Germania hanno raggiunto il Siraq per unirsi alle milizie del sedicente Stato Islamico. Addirittura 596 islamisti sono attualmente classificati come Gefährder, pericolosi (dato del febbraio 2021). Uno di questi Gefährder è stato, nel novembre 2020, autore di un attacco con omicidio omofobo a Dresda. L’uomo è stato recentemente condannato all’ergastolo e la natura jihadista radicale del suo assalto è stata formalmente dichiarata dalla sentenza. Il caso ha anche sollevato un dibattito sul contributo dell’ideologia islamista nella crescita in Germania dell’omotransfobia. La già citata riluttanza nel denunciare crimini d’odio all’interno delle comunità immigrate può ad esempio nascondere un fenomeno sommerso di abusi e discriminazioni d’ispirazione islamista nei confronti di persone LGTB+ all’interno delle stesse comunità immigrate.
Non catalogazione
Assolutamente da sottolineare è infine il ruolo nelle statistiche della BKA della categoria PMK -nicht zuzuordnen-, cioè “non categorizzabili”, che copre tutti quei cosiddetti reati politici e Staatsschutzdelikte (reati contro lo Stato) in cui l’analisi di polizia non riconosce o non definisce la declinazione politica. Più la categoria PMK -nicht zuzuordnen- aumenta, più è chiaro che la conflittualità socio-politica stia assumendo dimensioni nuove o non contemplate nella catalogazione burocratica. Per il 2020 è stato a dir poco decisivo il ruolo delle manifestazioni negazioniste/no-vax dei cosiddetti Querdenker, le cui dimostrazioni in piazza sono state diverse volte cariche di tensioni. Dato che la galassia negazionista/no-vax tedesca è abbastanza eterogenea e porta insieme hippie, complottisti, ecologisti, neonazisti e altri, il fenomeno è stato spesso catalogato come “non categorizzabile”. Per l’anno 2020 i vari LKA hanno così segnalato in totale 3.559 reati a sfondo politico legati a manifestazioni nel contesto Covid-19, e di questi ben il 59,93% è stato catalogato come categoria PMK -non classificabile-. Tuttavia, l’infiltrazione più che evidente, la rideclinazione più che compiuta e l’egemonia più che avanzata dell’estremismo di destra nel confuso mondo Querdenker permetterebbe in verità di inserire una maggior parte del fenomeno direttamente nella categoria PMK -rechts-. Un’analisi futura potrebbe quindi aumentare ancora di più il già predominante ruolo dell’estremismo di destra nella catalogazione da parte della polizia della Politisch motivierte Kriminalität.
L’analisi su più livelli della statistica PMK può però solo essere un singolo elemento di un’indagine più complessiva sulla definizione in Germania del concetto di crimine politico, sulle molteplici e contrastanti manifestazioni di violenza politica sul territorio tedesco e sulle eterogenee dinamiche fra l’attuale Stato tedesco e i suoi (molto) diversi nemici interni.
REDAZIONE
Wale Café
Hobrechtstrasse 24, 12047 Berlin