A RIVA
La prima volta che la Signora Maria Bainotti vide al telegiornale del mattino il corpo di un bambino portato dalle onde a riva, inorridì.
Per tutto il giorno se ne rimase con un sentimento scuro cucito addosso e a chi le chiedeva – Maria, che succede? – lei rispondeva – Ma come, non hai visto quel bambino? è una cosa orribile, è un mondo crudele, ma dove stiamo andando a finire? Non possiamo sopportare tutto questo.
Per una settimana almeno, Maria Bainotti sottoscrisse petizioni, si infervorò e parlò con chiunque gli capitasse a tiro sul fatto che fenomeni del genere non potevano essere tollerati.
Però, nonostante il suo disappunto, in televisione e sui giornali si andavano moltiplicando le immagini di bambini sofferenti e in difficoltà, ricoperti della polvere di una granata esplosa, denutriti, lasciati passare tra i pertugi del muro di un filo spinato, con le piccole bocche spalancate come pesci. E più le immagini si diffondevano, più le emozioni di Maria Bainotti si facevano di breve periodo, transitorie, finché anche la sua ribellione morale non si affievolì.
Così, quando mostrarono la foto di Omar sotto shock, estratto appena dalle macerie di una casa ad Aleppo, Maria Bainotti guardò a quegli occhi imbambolati e, senza neanche rendersene troppo conto, fece spallucce e passò a leggere del nuovo flirt estivo di Belen.
La favola mostra che l’abitudine rende tollerabili anche le cose spaventose
(Morale liberamente tratta da: Esopo, 309, Il signore e il conciapelli)
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Daniele Roccaro è un artista e designer, che vive e lavora a Berlino. Il suo modo di esprimersi è il disegno, strumento in grado di comunicare sfumature che le parole non sempre possono spiegare. Ha creato in questo modo un personale codice
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