IL MATRIMONIO
A 15 anni Paolo riteneva con buona certezza di essere gay.
Proveniva da una famiglia molto cattolica che mal sopportò questa sua confessione.
Ritenendo che fosse solo una fase, e lui troppo giovane per capire certe cose, di tutta risposta i genitori lo obbligarono ad andare a messa ogni domenica per seguire i sermoni di Don Luca.
Lo iscrissero anche alla scuola di calcio dell’oratorio e poi a quella di pugilato.
Il ragazzo è portato per lo sport – diceva Don Luca.
Dopo due anni Paolo non faceva più certi discorsi e frequentava invece assiduamente la chiesa senza che nessuno lo obbligasse a farlo.
Quando fu più maturo, lo spinsero poi tra le braccia di Maria, la figlia del proprietario del Novasystem, e quando i due finalmente si fidanzarono, tutti ne furono contenti.
“Bisogna fare le cose per bene, però” – dicevano i suoi – “te la devi sposare”.
Al matrimonio la madre piangeva e suo padre lo prese da parte per confessargli che, mai, si era sentito così felice.
Don Luca officiò il rito.
Furono benedetti, si intonarono canzoni, e al ristorante una cugina afferrò il bouquet della sposa con entusiasmo.
Non passò molto tempo che Paolo diventò anche padre.
Don Luca battezzò il piccolino e tutti furono ancora più contenti.
Vedendo poi che la domenica, invece che seguire il campionato, Paolo continuava ad andare in Chiesa, i genitori si rallegrarono del buon lavoro che avevano fatto con quel figlio.
Eppure a messa finita, nessuno sapeva, Paolo si incontrava con Don Luca, che dentro e fuori la sagrestia era e rimaneva l’unico amore della sua vita.
La favola mostra che quel che ad ognuno è destinato non si può mutare.
(Morale tratta da: Esopo, 262, Gli asini e Zeus).
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Daniele Roccaro è un artista e designer, che vive e lavora a Berlino. Il suo modo di esprimersi è il disegno, strumento in grado di comunicare sfumature che le parole non sempre possono spiegare. Ha creato in questo modo un personale codice
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