Volevo ascoltare la musica dello spettacolo mentre scrivevo quest’articolo, ma su youtube ho trovato solo degli spezzoni dello show. Penso che potrei riviverlo ogni sera, per tre mesi almeno, emozionandomi sempre allo stesso modo. “Pss pss” non si guarda, non si osserva: si vive, come un viaggio. Ci sono la musica, la comicità, l’interazione ed il contatto con il pubblico. L’amore.
Vidi la prima volta lo spettacolo della Compagnia Baccalà circa quattro anni fa, allo Zo di Catania. Era un giorno di freddo relativo siciliano, inverno, quindi. Quando ho letto che i Baccalà avrebbero portato lo spettacolo al Chamäleon di Berlino sapevo di non avere scelta, di dover fare di tutto per non perderlo, pur non sapendo come: volevo assolutamente vederlo con Marie.
Il primo calendario di lavoro per il mese di novembre l’ho ricevuto a metà ottobre. La settimana dal 20 al 26 Novembre avrei dovuto essere libero, in tempo per la prima delle tre date dello spettacolo al Chamaleon, il 20. Ma qualcosa va storto. Mi comunicano infatti, all’ultimo momento, che il giorno dello spettacolo io devo essere a Wildau, a circa un’ora da Berlino: un triste paesino del Brandeburgo con un enorme centro commerciale, circondato da paesaggi noiosi. Da programma dovrei essere libero entro le 19, tardissimo, considerato che bisogna arrivare ad Hackescher Markt, nel cuore di Berlino, entro le 20.00.
Cerco di organizzare tutto per chiudere il lavoro alle 18.45, ma ho dimenticato un particolare decisivo: una volta terminato il lavoro, devo accompagnare con il furgone aziendale Niko, il mio collega, a Zossen, venti minuti da Wildau. Passo tutta la mattina del lunedì pensando ad una soluzione. Propongo a Niko di pagargli un taxi per andare a Zossen, mi sembra l’unica possibilità. Poi arriva la sorpresa. Niko mi dice che dopo il lavoro possiamo volare insieme a Berlino, lui va a mangiare da qualche parte vicino il Chamäleon e poi torniamo insieme a Zossen: raramente mi sono sentito tanto grato a qualcuno, considerando che spesso in Germania il lato umano corrisponde a un lato nascosto. Non credo che il furgone abbia mai raggiunto la velocità di quella sera. L’autostrada tra Wildau e Berlino, passando da Schönefeld, ha quasi tutta il limite di 130 chilometri orari, in alcuni tratti 60. La velocità massima del contachilometri del furgone è 160: io non ho di certo utilizzato lo stile di guida che un giorno mi auguro di insegnare a mio figlio.
Alle 19.55 arrivo al Chamäleon. Alle 19.56 ritiro il biglietto che Marie ha lasciato a mio nome al desk d’entrata, nel caso fossi arrivato in ritardo. Alle 19.58 sono seduto accanto a Marie. Quattro anni fa, quando vidi per la prima volta lo spettacolo, mi innamoravo di tutto ciò che fosse una dimostrazione dell’amore, visto che a me continuava a sfuggire. “Pss pss”, d’altronde, è anche una storia d’amore, messa in scena da due persone che sono state, forse sono ancora, una coppia nella vita. Ho provato la stessa folgorazione anche lunedì 20, durante lo spettacolo, stavolta con Marie al mio fianco: l’amore ha smesso di sfuggire.
Nel 2013, forse nella speranza di afferrare quell’amore che continuava a passarmi accanto, contattai la compagnia Baccalà (Simone Fassari e Camilla Pessi), proponendogli di realizzare un documentario su di loro. Tramite un’amica comune, tra i loro mille impegni da qualche parte lontana del mondo, riuscimmo a sentirci su Skype: mi piacquero a pelle, subito, come persone, anche se a loro non lo dissi. Parlammo di quanto fossi rimasto affascinato dal loro spettacolo, dall’amore che ne veniva fuori, di come mi seducesse l’idea di due persone che condividono perennemente la loro vita, professionale e privata. Nella mia testa, per realizzare il film perfetto, non mancava niente. Loro erano entusiasti. Mi raccontarono la loro storia, di come fosse tutto cominciato, di come portassero avanti lo spettacolo da già più di dieci anni. Restammo d’accordo d’incontrarci nel luglio 2014, a un grande festival del teatro di strada a Edimburgo, per cominciare le riprese del film e valutare gli sviluppi.
A Marzo 2014 partii per Berlino. Comprai il biglietto aereo il sabato per il giovedì successivo. Avevo solo una stanza in affitto per qualche settimana e qualche soldo sul conto. Poche idee sul cosa avrei fatto o avrei voluto fare. Volevo mettere un punto a tutto quello che mi sfuggiva, ricominciare da zero. Mi successe di tutto: furti, lavori frustranti, alloggi fatiscenti, attacchi di panico, ansia. Mi ritrovai a giugno, un mese prima del mio appuntamento in Scozia per il documentario, a non venire a capo del mio presente. La mia mente poco pratica mi aveva portato a non valutare aspetti come la lingua, la cultura, vivere in una capitale, trasferirsi in uno Stato sconosciuto. Eppure, adesso sono grato a quell’incoscienza.
Capii molto lucidamente che non sarei riuscito a cominciare un film il mese successivo in Scozia. Diedi a Simone e Camilla disdetta ufficiale, un mese prima, forse anche meno. La risposta di Simone mi fa male ancora. “Grazie caro, tutto bene ma la prossima volta avverti prima…abbiamo riservato un hotel per te…ma la vita va veloce e lo abbiamo già dato ad un altro artista che ci aiuterà per il futuro!!! buona fortuna a Berlino!!! ciao anche da Camilla!” Due mesi fa ho visto che sarebbero tornati a Berlino con il loro spettacolo, Pss Pss, al Chamaleon. Volevo ripetere l’esperienza di esserci, ma questa volta con Marie.
Sono rimasto sorpreso dalla disposizione dei posti a sedere del teatro, credevo di trovare file di poltrone, invece c’erano dei tavoli, come nei jazz club. Un’atmosfera rilassata, informale, con gli attori a muoversi tra la gente, a interagire con il pubblico. Camilla e Simone, in poco più di un’ora, raccontano una storia che non voglio anticipare: le mie parole la banalizzerebbero. Utilizzano il corpo, la mimica, la musica. Musica che suonano direttamente loro, in scena, o che viene suonata dall’esterno. Una musica toccante, drammatica e gioviale. Senza parlare, riescono a far ridere sino alle lacrime, a tenere con il fiato sospeso durante le acrobazie sul palco o al trapezio, montato al centro della sala. Nello spettacolo ci sono la comicità della Sicilia di Simone e della Svizzera di Camilla, le migliaia di ore di allenamenti fisici, una storia raccontata dall’inizio alla fine ad un pubblico ampissimo, dai 20 agli 80 anni: l’unione di tanti linguaggi senza parole, che si esprimono talmente bene da comunicare a tutti.
“Pss pss” è uno spettacolo perfetto. Spero di rivederli, di rivedere lo spettacolo, tra qualche anno, magari a Taiwan o a New York City, ancora con Marie al mio fianco, con la sua risata forte e coinvolgente, la stessa che riempie la mia casa tutte le mattine.
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