9 Righe è una rubrica mensile di consigli di lettura illustrati,
ideata da Paola Moretti e curata da Linda Farata.
In 800 battute vi raccontiamo delle nostre ultime letture e del perché ci sono piaciute. Una squadra di illustratrici interpreta graficamente le mini-recensioni e disegna le copertine dei libri. Le potete vedere a tutto schermo cliccando sull’immagine.
Veronica Galletta, Le Isole di Norman, Italo Svevo 2020
Che cos’è una mappa? È un modo per mettere ordine, o per assimilare il cambiamento, è un rompicapo da risolvere, una geografia del ricordo, a volte persino un arcipelago di cicatrici sparse sul corpo. E che cos’è un’isola? Una fortezza che può diventare prigione, un sepolcro nel quale tumularsi, un luogo dell’anima ben impresso nella carne.
Finalista alla ventottesima edizione del Premio Calvino, Le isole di Norman è il romanzo d’esordio di Veronica Galletta che in molti attendevano, come confermato dalla vittoria del Premio Campiello Opera Prima di pochi mesi fa. Attraverso le vicende di una famiglia trasferitasi a Ortigia dopo un tragico incidente, l’autrice ci mostra come la nostra idea di passato sia soltanto una versione frutto dell’incapacità di comunicare veramente e di affrontare i ricordi più dolorosi.
Consiglio di Martin Hofer
Illustrazione di Eleonora Gambula
Lo Sgargabonzi, Jocelyn uccide ancora, Minimum Fax 2018
Si apre con Anna Frank che, come nel Grande Fratello, nomina il padre per la deportazione. Si prosegue con la morte di David Bowie, Pasolini che stupra un bambino, un uomo che vanta un rapporto sessuale con una ragazza disabile e un catalogo sull’aborto sciorinato come fosse un foglietto illustrativo. E allora perché si ride? Si ride perché Alessandro Gori, Lo Sgargabonzi, non sta realmente scrivendo dei suoi contenuti, ma del chiacchiericcio che ci sta attorno, delle forme della comunicazione (dai social all’Accademia), dei mostri grotteschi dei media, dell’insinuarsi della paura della morte in ogni forma di narcisismo, delle insicurezze delle figure pubbliche. Si ride e lo si fa con malinconia, perché tra la violenza, lo squallore e il poco che resta, c’è Anacardi, un inno alla frutta secca e alle piccole cose, la speranza che tutto andrà meglio.
Consiglio di Pietro Lafrianda
Illustrazione di Beatrice Franzoso
Emma Cline, Le Ragazze, traduzione di Martina Testa, Einaudi 2016
Ve lo ricordate com’era da adolescenti? Quel bisogno costante di sentirsi viste, amate, accettate; la smania di far parte di un branco; la rabbia dirompente verso tutto ciò che era stata la vostra vita prima di quel violento ricambio ormonale (la famiglia, la società, le convenzioni)? Ecco, anche Emma Cline se lo ricorda, e lo trasporta su carta con una precisione destabilizzante. La strage perpetuata dalla Manson Family fa solo da contorno a questo romanzo ambientato nella California dell’estate 1969, così come Charles Manson è, per la prima volta, non più protagonista, ma mero espediente della storia, il cui centro sta piuttosto nel titolo: Le ragazze. Quelle ragazze il cui solo incedere catalizzava tutte le energie nella stanza, quelle che avremmo voluto essere o possedere, le stesse che hanno massacrato una madre e il suo bambino ridendo una risata che altro non era se non un “rimprovero alla mia solitudine”.
Consiglio di Loredana Fendente
Illustrazione di Flavia Trifiletti
Norah Lange, Figure nel Salotto, traduzione di Ilide Carmignani, Adelphi 2020
A Buenos Aires c’è una calle che per cinque chilometri porta lo stesso nome: Juramento. Cinque chilometri possono creare impressioni molto diverse. Per qualcuno sono una distanza quotidiana: attraversare dalla periferia i vialoni che portano in centro. Per qualcun altro sono una distanza eccezionale, la distanza della domenica. Per una diciassettenne innominata, protagonista di Figure nel salotto, è uno spazio che rappresenta niente meno che un salotto. Un giorno, il bagliore d’un lampo illumina la stanza che è la strada che si chiama calle Juramento. Tutt’a un tratto si scorgono angoli e ombre mai visti prima. Appaiono tre volti, tre donne, l’età è indefinita. I volti abitano la casa di fronte. Nasce un giuramento. Diventa un’ossessione. Osservarle dalla finestra, senza tregua, nella tensione – forse irrisolta – di un incontro.
Consiglio di Elena Bino
Illustrazione di Victor Cavazzoni
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L’immagine di copertina è stata illustrata di Francesca Futura Malanca
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