9 Righe è una rubrica mensile di consigli di lettura illustrati,
ideata da Paola Moretti e curata da Linda Farata.
In 800 battute vi raccontiamo delle nostre ultime letture e del perché ci sono piaciute. Una squadra di illustratrici interpreta graficamente le mini-recensioni e disegna le copertine dei libri. Le potete vedere a tutto schermo cliccando sull’immagine.
Anna Maria Ortese, La lente scura, Adelphi 1991
È una silloge di scritti di viaggio, quasi tutti articoli pubblicati tra il 1939 e il 1964. La variabile impazzita è cosa si intende per viaggio. Ci sono reportage (al seguito del Giro d’Italia o a conoscere la comune di Don Milani), schizzi di città, frammenti autobiografici di derive esistenziali, ferie estive (o tentativi di), tanta Liguria (dove Ortese si trasferirà e morirà). E tanti treni perché il treno è un microcosmo chiuso, una lastra di Petri dove osservare e reagire con altri esseri umani. È un libro di luoghi ma ancor più di uomini: lo stare irrequieto nel mondo, il cercare il viaggio di Ortese specchia il suo nervosismo, l’ipersensibilità, la timidezza, il disadattamento. Se ci sono incontri ostili, la maggior parte è complice. “Rimane dunque – questa auspicabile decisione – di città e uomini – di cercare ciascuno nel «disordine» universale, la propria seconda natura, intendo la lealtà, l’ordine, la compassione, il benefico rapporto umano, – la luce umana, perché ci guidi – rimane questa, oggi, la mia sola modesta filosofia. E anche inclinazione «politica», se si vuole”.
Consiglio di Alessandro Ronchi
Illustrazione di Victor Cavazzoni
Santiago Lorenzo, Gli schifosi, traduzione di Bruno Arpaia, Blackie 2020
Madrid, oggi. Manuel è un ragazzo come tanti, laureato e costretto a lavoretti umilianti per sopravvivere. Porta sempre con sé un cacciavite con cui giocava da bambino. Un giorno, mentre un corteo sfila sotto casa sua, sta uscendo per una commissione quando il portone si apre e un poliziotto lo aggredisce, accusandolo di essersi nascosto nell’androne per sfuggire agli arresti. Ne nasce una colluttazione in cui Manuel uccide l’agente. Insieme allo zio, escogita un piano per non marcire in gabbia; scappa nelle campagne del nord della Spagna e si installa in una casa abbandonata, in un paese disabitato. Lì impara a vivere con pochissimo e a rinunciare al superfluo. Un meritato e curioso caso best seller, portato in Italia dai tipi di Blackie edizioni.
Consiglio di Paolo Cerruto
Illustrazione di Giorgia Azteni
Maggie Nelson, Gli Argonauti, traduzione di Francesca Crescentini, Il Saggiatore 2016
Gli Argonauti è il racconto autobiografico di un amore. Maggie (Nelson, scrittrice) sta con Harry (Dodge, artista). Hanno due figli: il più grande è nato dal precedente matrimonio di Harry, Iggy invece è un desiderato frutto della fecondazione assistita. Nel libro, Maggie descrive il suo rapporto d’amore con Harry, la sua gravidanza e il momento del parto attraverso un uso intelligente e critico del linguaggio, tramite il quale la scrittrice questiona e decostruisce categorie e concetti quali maternità, sessualità e identità di genere. Attraverso la narrazione della convivenza di due corpi in trasformazione – il suo per via della gravidanza, quello di Harry per il testosterone che assume per transitare dal genere biologico femminile a quello maschile – Maggie Nelson riesce ad abbandonare le etichettature dell’eteronormatività e del binarismo, approdando sulle sponde di una sempre più necessaria narrazione queer.
Consiglio di Elena Cascio
Illustrazione di Flavia Trifiletti
Jón Kalman Stefánsson, Storia di Ásta, traduzione di Silvia Cosimini, Iperborea 2017
“Dove fuggire, se non c’è modo di uscire dal mondo?” Il sottotitolo racconta già di un romanzo pervaso dall’ansia di fuga. Fuga da una realtà tragica, dove la solitudine pare incombere su tutti i personaggi come unico destino possibile. Ásta è la protagonista e il suo nome significa amore: c’era un tempo in cui le sue labbra sapevano di vino dolce, ma ora tutto è cambiato, Ásta picchia, urla, e l’amore del suo nome le viene negato. Le diverse voci di questo romanzo corale intrecciano la trama di un’unica storia universale, condivisibile nel suo senso di smarrimento, di nostalgia, di desolazione. Tra salti nel tempo e nello spazio, raffinate digressioni musicali e letterarie, riflessioni e flashback, il narratore si interroga sulla possibilità di raccontare davvero la vita di una persona e conclude che, in fondo, nessuno può farlo davvero “tranne Dio, e Dio non esiste.”
Consiglio di Nicole Stella
Illustrazione di Lucrezia Chiarle
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L’immagine di copertina è stata illustrata di Simon Rizzi
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