Nonostante il formato preferito sia il verticale, Teo Poggi definisce la sua fotografia come orizzontale, cioè dove ogni elemento può avere la stessa importanza, che sia compositiva o contenutistica. L’approccio è quello del flaneur di Baudelaire,che vaga per la città senza cercare niente in particolare. Le foto proposte sono appunti di psicogeografia sugli infiniti modi in cui la luce e il caso agiscono sul paesaggio creando un evento.
TEO POGGI
Nasce a Roma nel 1993, studia grafica al Liceo Artistico, autoproduce fanzine e serigrafie e per lavoro sperimenta qualsiasi cosa che lo faccia giocare all’aperto. Aspirante cittadino del mondo, c’è chi lo definisce un senza fissa dimora, ma lui preferisce definirsi un curioso esploratore.
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