OST è stata per diversi anni una rubrica ideata e curata da Mattia Grigolo, apparsa su Soundwall Magazine. OST ha raccontato i film attraverso le sue colonne sonore.
Ora è su Yanez.
Progetto Mayhem e Tyler Durden
C’era una volta un bambino che viveva in una casa mobile in California, la sua mamma e il suo papà erano immigrati ucraini e un giorno decisero di lasciarsi, così questo bambino va a vivere con i suoi nonni. Anni dopo diventa un ometto e si laurea presso la scuola di giornalismo dell’Università dell’Oregon, poi si trasferisce a Portland lavorando come volontario e aiutando persone disagiate e malati terminali.
Un giorno il ragazzo entra a far parte del “Cacophony Society” e intanto continua a scrivere a creare crudi e grotteschi mondi privi di avverbi, danzando con le parole come un ballerino sul filo del rasoio.
Proprio grazie al Cacophony Society (club esclusivo con l’obbiettivo di unire gli spiriti liberi d’America e indicargli una strada di vita attraverso esperienze underground) il ragazzo trova l’illuminazione che gli cambierà la vita, quantomeno quella di scrittore: il Progetto Mayhem.
Il suo nome è Chuck Palahniuk e il suo capolavoro s’intitola Fight Club.
Tre minuti. Ci siamo. Punto zero.
Ci sono due personaggi principali in questa storia: Tyler Durden e Tyler Durden.
Poi c’è Marla Singer.
Prima le signore: Marla è il tipo di donna che quelli come me non possono fare a meno di amare incondizionatamente. Fortunatamente il mondo è vario e quelli come me sono meno di quelli come voi.
Perché Marla è tutto fuorché una brava ragazza.
Infatti, incontra il protagonista di questo film, il quale non ha un nome (ma che noi chiameremo Jack), che ha sicuramente dei tratti che lo connotano in quel tipo di uomo da cui può essere attratta una come Marla. S’incontrano sempre meno casualmente ad una serie di gruppi d’ascolto per malati terminali, che entrambi frequentano pur non avendone un bisogno reale.
Jack è: insoddisfatto, depresso, ansioso, insonne, indeciso. Brutto.
Marla è: affascinante, enigmatica, fumatrice accanita.
Marla frequenta il gruppo d’ascolto per malati di cancro ai testicoli.
Durante uno dei suoi viaggi di lavoro, Jack, yuppie perennemente deluso dalla modernità, incontra Tyler Durden, produttore e venditore di sapone.
Tyler Durden è: eccentrico, deciso, critico, avanguardista, maschio alfa. Bello.
I tre si trovano da subito in quasi perfetta sintonia, tanto che Jack va a vivere a casa di Tyler, Marla frequenta sia Jack che Tyler, ma a Tyler non importa niente di Marla, mentre Jack è geloso di Tyler, Jack forse s’innamora di Marla, Marla scopa con Tyler, Tyler e Jack si vogliono talmente bene che ad un certo punto si picchiano e poi fondano un circolo segreto la cui regola principe è quella di non parlare di questo circolo segreto, i cui partecipanti combattono a mani nude come sfogo risolutivo alla psicoterapia.
Presto il circolino di anime in pena diviene un vero e proprio club; il Fight Club. Si estende a sempre più seguaci, pronti a sfogarsi dando tutto, la propria carne e il proprio sangue, al fine di combattere il nemico più grande: la società moderna.
Da qui al Progetto Mayhem il passo è breve e quel furbetto anticonformista di Tyler non se lo fa scappare.
Il Progetto Mayhem è: eco-terrorismo, vandalismo, setta segreta. Bello.
Sono il dotto biliare di Jack. Sono la vita sprecata di Tyler
La prima vera perla di David Fincher alla regia è sicuramente Seven, thriller cupo e senza speranze, prima di questo una gavetta negli effetti speciali (Il Ritorno dello Jedi, La Storia Infinita, Indiana Jones e il Tempio Maledetto).
L’esordio alla regia avviene con Alien 3, il quale però non riscontra il successo aspettato perché poco in linea con i precedenti episodi.
Con Fight Club s’insinua nuovamente nell’Olimpo della cinematografia, divenendo uno dei film culto degli anni novanta, nonostante le grosse critiche e il flop ai botteghini.
La colonna sonora è affidata ai Dust Brothers e questa risulta una delle tante scelte azzeccate del film.
I Dust Brothers sono E. Z. Mike e King Gizmo, coloro che, tanto per mettere un accento, hanno prodotto i campionamenti di Paul’s Boutique dei Beastie Boys.
E’ proprio attraverso il capolavoro hip hop appena menzionato che si gettano le basi delle composizioni per Fight Club.
Sedici tracce ipnotiche e acid, ambientazioni scure in cui le falle e i crateri sonori si trasformano in movimenti perfetti, simmetrici ma schizzofrenici.
Americani, figli di una Los Angeles che li ha accuditi come produttori e turntablist, si fanno poi influenzare dai beat inglesi, tanto in voga grazie a gente come Chemical Brothers e Fatboy Slim (per citare due nomi grossi).
In Fight Club Soundtrack i continui cambi di ritmo e di stile inseguono, a bordo carreggiata, una storia complessa ma semplicissima, il cui intento è di costringerti ad analizzare al microscopio quelle che sono le pecche della società evoluta, strutturate in ambientazioni sonore surreali, ripetitive, marce tanto quanto la fotografia, i dialoghi, i colpi di scena della pellicola di Fincher.
La colonna sonora di Fight Club è: lunatica.
I fratelli polvere sono l’alone nero e pestilenziale che tutto il film si porta dietro. Il sottilissimo ma evidentissimo tratteggio di psicosi, l’esplosione di personalità a tratti imbarazzanti, ma vincenti soprattutto perché perdenti.
La colonna sonora di Fight Club è stata composta non per le scenografia, ma per la mente dei personaggi principali.
Le scene e le ambientazioni si bastano da sole, in un certo senso, il peculiare perfezionismo della regia di Fincher, le macroinquadrature e i macromondi, i punti nodali e i dialoghi (grazie a Palanhiuk) sarebbero completi anche senza suoni e musica.
I Dust Brothers invece puntano ad entrare nelle menti dei personaggi. La traccia Marla, una tra le più acclamate dal pubblico, disegna la morbidezza e la scabrosità del personaggio femminile, la sensualità irregolare, che trasuda buio e occhiali da sole portati anche in chiesa. La schiettezza condivisa con un mondo triste e la ricerca, costante e imprecisa, di una verità assoluta, attraverso una scia sfocata in cui le orme si mischiano nella neve sull’asfalto, che ormai è fango e gelo.
Questa è Marla, sia la track che il personaggio e così sono tutte le altre quindici composizioni, l’abbiamo già detto, bucate, spezzate, forse incomplete (non è vero, ma è vero), sono Tyler Durden e sono Tyler Durden e sono la società che si consuma ed esplode e perde sangue e si lacera di carne e grasso, buono per farci del sapone e poi rivenderlo.
Signori, benvenuti al Fight Club. Prima regola del Fight Club: non parlare mai del Fight Club.
Tyler: Sa perché mettono le maschere d’ossigeno sull’aereo?
Jack: Per poter respirare.
Tyler: L’ossigeno ti fa sballare. In un’emergenza catastrofica, uno fa grandi respiri di paura. A un tratto diventi euforico, docile. Accetti il tuo destino.
Io sono la merda canterina e ballerina del mondo
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