2012, Baden-Württemberg. La Polizia del Land deve affrontare un piccolo scandalo: due agenti sono stati riconosciuti come membri attivi di un’organizzazione di estrema destra. Non sarebbe la prima volta, non in Germania, non nel resto d’Europa. Ma in questo caso c’è qualcosa di più: i due poliziotti sono membri attivi di un gruppo locale chiamato “European White Knights of the Ku Klux Klan”.
1992, Brandeburgo. Un insegnante nigeriano viene violentemente aggredito da un gruppo di uomini. L’uomo è ridotto in fin di vita. Le indagini individuano subito la matrice neonazista dell’aggressione, ma spunta anche un dettaglio inusuale: a guidare l’assalto sono stati i membri di un gruppo che non si rifà solo alla svastica, ma anche ai cappucci bianchi e ai guru del terrorismo razziale americano.
Metà anni ‘90, una fotografia ritrae 3 naziskin tedeschi di fronte a una croce in fiamme, l’inconfondibile rito del KKK. Una delle persone ritratte è Beate Zschäpe, oggi in carcere e unica sopravvissuta della Nationalsozialistischen Untergrund (NSU).
Tra il 2000 e il 2007, la NSU si è resa responsabile di nove barbari omicidi a sfondo razziale e dell’uccisione di una giovane agente di polizia, diventando il più sanguinario gruppo terroristico dell’estrema destra nella Germania democratica. La formazione terrorista neonazista si è mossa per anni come un ridotto gruppetto di membri vincolati da legami personali, seguendo le strategie del terrorismo di estrema destra inglese e americano.
Queste sono alcune delle storie da cui emerge, di volta in volta, la realtà clandestina di piccoli gruppi Ku Klux Klan in Germania e del loro incrociarsi con la galassia neonazista.
Ora, a mettere molti pezzi insieme ci hanno pensato due giornalisti investigativi tedeschi, Frederik Obermaier e Tanjev Schultz, autori del libro inchiesta “Kapuzenmänner. Der Ku-Klux-Klan in Deutschland”. La loro ricerca ricostruisce una storia che ha avuto inizio quasi cento anni fa, nel 1925, quando i primi Klan furono esportati in Germania. Gli ultra-razzisti si consolidarono ancora di più nel dopoguerra, tramite l’influenza di piccoli aggregazioni e individui provenienti dall’esercito americano di stanza nella Repubblica Federale Tedesca.
Attualmente, nel 2017, ci sarebbero almeno 4 Klan in Germania. Ovviamente, non è facile ricostruire uno scenario quasi sempre clandestino, così come non è facile muoversi tra le continue contaminazioni tra il neonazismo e il Klan. Negli Stati Uniti, KKK e nazisti sono stati spesso in conflitto: cristiani fondamentalisti, i primi, e tendenzialmente pagani, i secondi, non è sempre facile andare d’accordo quando si basano le proprie perverse ideologie sulla purezza identitaria e l’esclusione strutturale della differenza. Dall’altro lato, però, i punti di contatto tra svastiche e cappucci bianchi sono tantissimi, a partire dai bersagli del loro odio cieco: non solo neri, asiatici, immigrati, ebrei, musulmani e altre minoranze, ma anche gli stessi cattolici, disprezzati perché “papisti” non protestanti. Un odio per i cattolici che si rafforza proprio nel mescolarsi di neonazismo e KKK, affondando le proprie radici in uno specifico razzismo verso l’Europa del Sud, di cui si hanno molte tracce nelle teorie della “razza nordica”, che affermava una presunta supremazia di tedeschi, scandinavi e britannici.
Lo scorso gennaio, il Governo tedesco ha dichiarato che i gruppi al momento riconducibili all’ideologia del Ku Klux Klan non siano da ritenere rilevanti all’interno della galassia dell’estremismo di destra in Germania. Molto probabilmente è così: il neonazismo tedesco è già abbastanza forte e pericoloso da solo. Eppure, il libro di Obermaier e Schultz dimostra l’esistenza di un oscuro fiume sotterraneo che sembra di volta in volta riemergere nella storia del paese, creando velenosi scambi ideologici tra Europa e Stati Uniti.
Deve pensarla così anche Gerhard Kromschröder, esperto giornalista tutto d’un pezzo. Nel 1981 Kromschröder si infiltrò nel Ku Klux Klan in Germania e fu il primo a raccontare delle croci in fiamme nei boschi della provincia tedesca e degli incontri tra incappucciati diretti da autoproclamati “imperatori” e “gran dragoni”. Dopo aver pubblicato il suo reportage sul magazine nazionale Stern, Kromschröder portò tutto il materiale che aveva alla Polizei.
I poliziotti non lo ascoltarono molto, nemmeno quando spiegò che proprio lui, qualche mese prima, era stato nominato “fratello” e membro del “Ku-Klux-Klan West Germany”, in una cerimonia svoltasi appositamente il 20 aprile, data di nascita di Adolf Hitler.
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