9 Righe è una rubrica mensile di consigli di lettura illustrati,
ideata da Paola Moretti per Yanez Magazine e curata da Enrica Fei.
In 800 battute vi raccontiamo delle nostre ultime letture e del perché ci sono piaciute.
Una squadra di illustratrici interpreta graficamente le mini-recensioni e
disegna le copertine dei libri:
le potete vedere a tutto schermo cliccando sull’immagine.
Lorenzo Fantoni, Vivere mille vite, effequ, prima edizione 2020, seconda edizione 2023
Una domanda potrebbe essere: cos’hanno in comune un videogioco e un libro? Potremmo rispondere così: la possibilità di farci vivere mille vite e Vivere mille vite è il titolo del saggio di Lorenzo Fantoni che, raccogliendo ricordi, costruisce una macchina del tempo con la quale ripercorrere le console e i titoli che hanno fatto la storia dei videogiochi, come l’Atari 2600, Doom o gta. Una macchina del tempo con cui rituffarsi in universi dove giocare era sinonimo di amicizia e socialità, come le sale giochi. Una macchina del tempo in grado di farci riscoprire pezzi di vita dimenticati o farcene vivere di nuovi. Un vero e proprio varco spaziotemporale, di quelli che possiamo trovare leggendo un libro o giocando a un videogioco.
Consiglio di Luca Giommoni
Illustrazione di Sofia Bordini
Jonathan Eig, Mohammad Alì. La vita, traduzione di Lorenzo Vetta, 66thand2nd 2019
Quello che è forse l’elemento più affascinante, nella storia di Mohammad Ali, è che lo sport, in fondo, è quasi solo un contorno, una scenografia dell’esistenza troppo larga di questo pugile dallo straordinario talento e dall’ancor più straordinario narcisismo. La figura di Alì, nelle pagine di Jonathan Eig, viene fuori quasi strappando a morsi le pagine, in una rivolta costante dell’uomo contro tutto il resto, contro qualsiasi cosa gli si pari di fronte. L’eccezionalità del personaggio, raccontato da una scrittura impavida e forte, si sviluppa attraverso le costanti, assurde eppur meravigliose, contraddizioni che ne contraddistinguono tutta la sua esistenza. Alì si autodistrugge con precisione scientifica, si circonda delle peggiori amicizie possibili, è ossessionato dalle donne e dal sesso in quanto riflesso della sua forza, della sua bellezza. E poi, in mezzo a tutto questo, è anche uno dei più grandi sportivi mai passati sul nostro pianeta.
Consiglio di Emma Dottrini
Illustrazione di Domitilla Marzuoli
Tommaso Labranca, 78.08, Excelsior 1881, 2008
Forse perché è stata ripubblicata quest’anno – per la prima volta in cartaceo – la rivista Labrancoteque (Gog Edizioni), forse perché immagino Labranca come lo zio spirituale che non vedi l’ora di rivedere, o perché il mio modo di concepire la scrittura è talmente distante dal suo da sembrare l’uno il concetto opposto dell’altro o forse semplicemente perché alla morte non si scappa mai, nemmeno da vivi. Forse per questo ho deciso di rileggere, a distanza di decenni, 78.08.
È sempre lì, nella malinconia, il cinismo, il disfattismo fantozziano, la sconfinata cultura di un uomo che non l’ha mai ostentata e se lo ha fatto è per prenderti per il culo. 78.08 racconta degli uomini e delle donne che siamo tutti, nell’anormale normalità di una figlia chiamata Laurapalmer, di un film che è stato culto, di uno strano tipo di febbre che da Brooklyn si teletrasporta a Pantigliate.
Consiglio di Mattia Grigolo
Illustrazione di Salvatore Giovanni Scognamiglio
Lev Tolstoj, I cosacchi, traduzione di Agostino Villa, Quodlibet 2021
Sì, è vero, è un libro del 1863. Però in Italia è arrivato tardi. Lo aveva stampato Treves nel 1895, poi lo aveva ripreso e dimenticato Mondadori e adesso, finalmente, lo ha ripubblicato, in una traduzione straordinaria di Villa, l’editore Quodlibet. Un romanzo breve e sorprendente, da leggere tutto d’un fiato, nel quale Tolstoj ci porta per mano in nuovo mondo, quello dei cosacchi, dentro il quale scopriamo usi e abitudini, entusiasmi e profonde delusioni. C’è la contrapposizione fra vita semplice e mondo aristocratico, la distanza fra città e natura, la ricerca spasmodica dell’amore e l’inquietudine infinita fra ideale spirituale e pulsioni della carne. Pagine che travolgono, immagini vivide e forti, un’esperienza di lettura difficile da dimenticare.
Consiglio di Lorenza Mario
Illustrazione di Biagio Finamore
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L’immagine di copertina è stata illustrata da Joanna Ransome
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