9 Righe è una rubrica mensile di consigli di lettura illustrati,
ideata da Paola Moretti per Yanez Magazine e curata da Enrica Fei.
In 800 battute vi raccontiamo delle nostre ultime letture e del perché ci sono piaciute.
Una squadra di illustratrici interpreta graficamente le mini-recensioni e
disegna le copertine dei libri:
le potete vedere a tutto schermo cliccando sull’immagine.
Paul Scraton, Berlino Blues, traduzione di Cristina Cicognini, 8tto edizioni 2022
L’immagine della città che dà il titolo al libro si sfoca e viene ridisegnata dalla memoria dei protagonisti su disordinate carte geografiche che mutano spostandosi sulla linea del tempo, così come le mappe di Annika: tratti che hanno poco a che fare con i confini e molto con le storie personali di chi da Berlino è fuggito, di chi vi ha cercato rifugio e delle loro genealogie. Le vicende delle persone che il narratore incontra al pub di Franz saltano dentro e fuori la capitale tedesca: ne percorrono le campagne e i villaggi limitrofi, la ricordano al suo stato primordiale, contemplano la minaccia della natura che se la vuole riprendere. Un romanzo corale dalle voci malinconiche, che corre veloce sulle rotaie dell’S-bahn e, altrettanto velocemente, si fa leggere.
Consiglio di Nicole Stella
Illustrazione di Paolo Frolli
Pierre Jourde, L’ora e l’ombra, traduzione di Gabriella Bosco, Prehistorica 2021
Dopo la risalita controcorrente lungo la ruvida memoria di un’Alvernia selvaggia e patriarcale che è stata Paese Perduto, la giovane e ambiziosa casa editrice Prehistorica propone la seconda opera letteraria di Pierre Jourde, L’Ora e l’ombra. In Paese perduto la penna di Jourde si abbatteva sul lettore come un badile che scava una fossa nella terra gelata, ne L’Ora e l’ombra invece il lettore è immerso in fluidi di differente densità, dall’aria rarefatta dei pomeriggi estivi, che separa l’amata Sylvie addormentata dal protagonista, all’acqua dell’oceano che abbraccia lei e fa morire di gelosia lui. Attraverso varie voci narranti Jourde indaga le chimere, i presagi e gli echi che si annidano nella memoria. Non senza ragione la critica francese ha chiamato in causa giganti come Gerard de Nerval e Marcel Proust per definire il peso letterario dell’opera.
Consiglio di Flavio Villani
Illustrazione di Biagio Finamore
Selva Almada, Non è un fiume, traduzione di Giulia Zavagna, Rizzoli 2022
Ceci n’est pas un pipe, scriveva René Magritte sotto a quella che invece era esattamente una pipa in uno dei suoi dipinti più celebri. È lo stesso gioco linguistico da cui parte la scrittrice e attivista femminista Selva Almada per il suo romanzo No es un rio – arrivato in Italia con il titolo Non è un fiume, tradotto da Giulia Zavagna per Rizzoli. È una storia di luoghi e fantasmi, di mancanze, di una natura che non è benigna ma che cerca vendetta, di due uomini e del figlio del loro migliore amico Eusebio che ha sfidato il fiume e non ha fatto più ritorno. «Non è un fiume, è questo fiume», e Almada lo racconta con le parole che avrebbe scelto Juan Carlos Onetti in una poetica del linguaggio che disorienta e paralizza allo stesso tempo.
Consiglio di Manuela Altruda
Illustrazione di Sofia Bordini
Maurizio Pagliassotti, Ancora dodici chilometri. Migranti in fuga sulla rotta alpina, Bollati Boringhieri 2019
Non è un libro straordinario questo. Non ti capita di fermarti, mentre leggi, e di respirare a fondo adorandone la composizione, la scrittura, la brillantezza. La scrittura lavora qui per sottrazione, mentre descrive, di parte ma senza esagerati accenti, il pezzo di strada che i migranti provano a percorrere nel disperato tentativo di raggiungere la Francia attraverso i sentieri alpini della Val di Susa. La passione che Pagliassotti nasconde dentro parole che a volte suonano scontate è un po’ banali, ma schietta e ben documentata. Il suo è un resoconto carico, pregnante, che cresce in progressione e alla fine del quale ti senti carico, fitto fitto, la voglia di andartene fuori ad aiutare il mondo, che ne ha bisogno.
Consiglio di Muberia Giace
Illustrazione di Salvatore Giovanni Scognamiglio
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L’immagine di copertina è stata illustrata da Domitilla Marzuoli
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