9 Righe è una rubrica mensile di consigli di lettura illustrati,
ideata da Paola Moretti per Yanez Magazine e curata da Enrica Fei.
In 800 battute vi raccontiamo delle nostre ultime letture e del perché ci sono piaciute.
Una squadra di illustratrici interpreta graficamente le mini-recensioni e
disegna le copertine dei libri:
le potete vedere a tutto schermo cliccando sull’immagine.
Sergio Oricci, Volevo essere Vincent Gallo, Pidgin Edizioni 2021
Non posso negare di essere estremamente attratto dalla forma racconto – un peccato, visto che in Italia, si sa, la brevità narrattiva trova pochi spiragli nell’editoria – e nemmeno posso negare di essere un sostenitore dei dialoghi. Volevo essere Vincent Gallo è una raccolta di storie intrise di dialoghi. Va da sé che l’ho divorata. Ma non solo per questo, insomma. Mi ci sono tuffato perché Sergio Oricci incatena il lettore ai personaggi, semplici eppure molto complessi, teneramente imperfetti, capaci di spiegare le relazioni e l’oggigiorno – l’adesso incompiuto di un’epoca sempre più traballante – rovesciando davanti agli occhi le dinamiche di coppia e la versione più banale delle relazioni umane. Lo fa attraverso una scrittura psichedelica, serrata, a volte appannata e sempre, sempre, potentissima.
Consiglio di Mattia Grigolo
Illustrazione di Simon Rizzi
Maria Gaia Belli, La dorsale, Effequ 2021
Maria Gaia Belli ha costruito un mondo semplice e originale, credibile nonostante la presenza dei draghi, immaginati con estrema cura e attenzione ai dettagli: sono verosimili come animali ed è verosimile il modo in cui vengono sfruttati dall’uomo, che li considera risorsa economica prima che esseri viventi. I protagonisti sono psicologicamente complessi ed è facile empatizzare con loro, ma il più grande traguardo di Belli è linguistico: le tre prime persone che raccontano la storia sono perfettamente calibrate, ognuna con la propria personalità e il proprio stile, espresso attraverso sintassi, lessico e immaginario. La dorsale è l’esempio più alto e vero del fantastico italiano contemporaneo, perché dimostra che per valorizzare un genere letterario non serve tradirlo: basta scrivere bene.
Consiglio di Leonardo Ducros
Illustrazione di Domitilla Marzuoli
Giorgio Manganelli, Altre concupiscenze, Adelphi 2022
La mia prescrizione è di comprare Altre concupiscenze (Adelphi, 2022) di Giorgio Manganelli e conservarlo sul comodino senza una scadenza: contiene pezzi sopravvissuti egregiamente a decenni, sicché. Non ho in testa un dosaggio preciso, alla bisogna lo si apra a una pagina a caso e si leggano fino a che ci si diverte come matti queste recensioni letterarie che sono letteratura sopraffina — e a tratti esilarante. Manganelli tratta con naturalezza di Salinger, di Austen, di Nabokov che scriveva di Austen, e così via, di chicca in chicca. La sola controindicazione è la concupiscenza del titolo, quel desiderio urgente che il volume trasmette di recuperare una quantità di roba, senza la quale – è lampante – non si può dire di sapere davvero nulla. Ma non preoccupatevi: non ce la farete mai.
Consiglio di Caterina Iofrida
Illustrazione di Daniela Spoto
Joan Didion, Blue nights, Il Saggiatore 2021
Si può scrivere, mettere in parole, la seconda linea d’ombra esistenziale che è la terza età, il crollo – la cosa che accade “gradualmente prima, improvvisamente poi” –, il piano inclinato di mente, fisico e spirito che ha per esito la morte individuale? Joan Didion scrive dall’estremo centro che non reggerà, il proprio, travolto da lutti, malattia e degenerazione senile. Riesce a catturare l’innominabile circondandolo da due lati: con il realismo, l’onesta, la spietatezza dei fatti crudi e con la metafora delle notti blu, le più incantevoli dell’anno, che arrivano insieme alla fine dell’estate. C’è la cronaca della catastrofe e la sua metafisica, che dice di inesorabilità, implacabilità, della rivolta impossibile: la fine del fulgore, della vita bella, è qualcosa che semplicemente accade ed è l’osceno refrattario a espedienti e fughe. La vita va in pezzi ma stavolta non puoi farci nulla. “Puoi sfuggire alla morte del fulgore? O sfuggi soltanto al suo preavviso?”. È il libro più siderale della grande scrittrice, recentemente scomparsa, e ha qualcosa di consciamente testamentario a renderlo la lettura adatta per celebrarla.
Consiglio di Alessandro Ronchi
Illustrazione di Ludovica Lombardi
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L’immagine di copertina è stata illustrata da Joanna Ransome
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