9 Righe è una rubrica mensile di consigli di lettura illustrati, curata da Paola Moretti.
In 800 battute vi raccontiamo delle nostre ultime letture e del perché ci sono piaciute. Una squadra di illustratori interpreta graficamente le mini-recensioni e disegna le copertine dei libri. Le potete vedere a tutto schermo cliccando sull’immagine.
Bluets, Maggie Nelson , Jonathan Cape 2009
Bluets è saggistica, poesia, flash fiction, filosofia. È un discorso con Wittgenstein, W.C.Williams, Joan Mitchell, con Goethe. Bluets è Maggie Nelson che scrive del blu. Si è innamorata del blu, dice, e non le importa che nessuno abbia voluto finanziare la sua ricerca con viaggi alle miniere di lapislazzuli in Afghanistan, che si sia dovuta accontentare di pezzi di spazzatura blu mandatole dai suoi corrispondenti del blu nel mondo. Duecento quaranta proposizioni raccolte in più anni, considerazioni sull’amore per il blu che è pharmakon, cura e veleno insieme: non guarisce dal blu della depressione, dall’amante che non l’ha amata, ma la sua presenza nel mondo fa sì che tenere gli occhi aperti valga la pena. “That this blue exists makes my life a remarkable one, just to have seen it. To have seen such beautiful things.”
Consiglio di Linda Farata.
Illustrazione di Alice Cantoro.
La Ferocia, Nicola Lagioia, Einaudi 2014
Radiografia di un crollo. Il crollo dei Salvemini, potentissimi palazzinari intrallazzoni di Bari, protagonisti de La Ferocia, di Nicola Lagioia. Soprattutto di un crollo individuale, che colpisce tutti i membri della famiglia. Del patriarca Vittorio, che vede disfarsi il potere su cui ha edificato una vita, della madre Annamaria, lucida borghese che sopporta anche l’arrivo in casa di un figlio bastardo, pur di non perdere il privilegio. E dei figli, il frustrato primario Ruggero, la viziatissima Giulia, ma soprattutto Clara, risoluta nel buttarsi via concedendosi a qualunque uomo incontri che vediamo morire all’inizio, per poi conoscerne le azioni solo in flashback, e Michele, fratellastro con cicatrici di schizofrenia, che cerca ostinatamente di capire cosa realmente sia successo alla amata sorella. Un precipitare che dura 400 pagine avvinghianti, che trasmigrano la chirurgia sentimentale delle Correzioni di Franzen nei Buddenbrook di Thomas Mann, senza ricordarne davvero nessuno e disegnando un imperdibile affresco nero.
Consiglio di Manuel Lieta.
Illustrazione di Beatrice Franzoso.
Il piccolo isolazionista, Tommaso Labranca, Castelvecchi 2006
Ci sono menti la cui mancanza sentiamo particolarmente. Una di loro è Tommaso Labranca, dalla prematura scomparsa il 29 agosto di due anni fa. Labranca, per motivi biografici quanto intellettuali, fu un autentico libero pensatore, un outsider, un isolazionista. Perciò se volessimo individuare un suo manifesto lo troveremmo in questo volume del 2006 con sottotitolo “Prolegomeni a una metafisica della periferia”. Ibrido diaristico-saggistico, racconta notti solitarie nell’appartamento di Pantigliate tra tv e dischi oppure trascorse girando a vuoto per le strade satellitari (quelle che “non fanno pensare a nessun luogo preciso”) dell’hinterland milanese. È un libro che continua a trasformarsi: ora delinea un’estetica (e un’etica) isolazionista, ora racconta l’attacco USA in Iraq visto dalle emittenti satellitari irachene, ora si apre a commoventi divagazioni biografico-confessionali. È un libro per chi non è attratto dalle luci del centro ma empatizza con tutto ciò che è periferico e marginale.
Consiglio di Alessandro Ronchi.
Illustrazione di Daniela Spoto.
Mai ci eravamo annoiati, Renata Adler, Mondadori 2014
“Mai ci eravamo annoiati” è un’opera con un’identità difficile da determinare. A un primo sguardo è un romanzo composto da frammenti più o meno lunghi che racconta la vita di una giornalista nella New York alla fine anni Sessanta. Ma a tratti è anche un diario personale, oppure un taccuino di appunti. Certe pagine hanno un tono così frammentario da sembrare annotazioni private appuntate di fretta sul retro di biglietti del treno.
“Aspettavamo davanti alla tenda da undici ore. C’era una gran folla. Quando finalmente è uscito, il guru ci ha fissati, poi ha lanciato un’arancia, con violenza. È rientrato nella tenda. Tutto qui.”
Anche per questo Renata Adler è un’intellettuale acuta che si prende gioco di tutti, di sé e degli altri intellettuali.
“Gli scrittori scrivono, sembra un fatto ovvio. Alla gente piace dirlo, io non lo trovo quasi mai vero. Gli scrittori bevono. Gli scrittori sbraitano. Gli scrittori telefonano. Gli scrittori dormono. Ho conosciuto pochissimi scrittori che scrivono davvero.”
Consiglio di Giorgia Bernardini.
Illustrazione di Flavia Trifiletti.
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L’immagine di copertina è stata illustrata da Alessandra Marianelli.
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