L’essere umano da sempre si misura con lo spazio che lo circonda. Meno spesso lo fa con la consapevolezza che non sempre tutto ciò che avviene intorno a lui è controllabile, è prevedibile, è gestibile.
Si cerca di essere pronti all’azione, preparati, reattivi, risolutivi. In grado di reagire ai mille stimoli che provengono dall’esterno. Il delicato confine tra l’uomo e il mondo è infatti il campo di ricerca — o di battaglia — di tutta la nostra esistenza: sono i cinque sensi che si confrontano con i quattro elementi e con il trascorrere del tempo. Attraverso pensiero e percezioni si costruisce un’immagine del mondo e la si racconta. Sentire, vedere, annusare, toccare, assaggiare, ma noi cosa siamo veramente, chi racconterà noi stessi? Niente più delle catastrofi naturali ci mettono di fronte alla nostra arroganza, alla nostra impotenza, alla nostra scarsità di risorse e di strumenti.
Nel 2009 L’Aquila è stata l’epicentro di un sisma distruttivo che ha azzerato il tessuto sociale ed economico del territorio.
Dopo un’assenza di otto anni la fotografa Serena Vittorini torna a L’Aquila, sua città natale. Lì cerca di ristabilire un contatto con le sue origini, provando a raccontarsi attraverso esse. Di interpretare le sensazioni che il quotidiano aquilano le provoca.
La selezione scelta per Yanez prende il nome di ‘Crepuscolaria’.
Serena Vittorini è nata a L’Aquila dove tutt’ora risiede. Dopo il conseguimento della laurea in Psicologia decide di dedicarsi allo studio della tecnica fotografica presso l’ISFCI (Istituto superiore di fotografia e comunicazione integrata) e IED Milano.
Inizia a lavorare come fotografa freelance concentrandosi sulle commissioni relative alla ritrattistica e allo still life. Negli ultimi anni si sta dedicando all’analisi dei processi di modificazione dei luoghi e del rapporto tra presenza umana e rappresentazione dello spazio urbano.
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