—-ATTENZIONE CONTENUTI PORNOGRAFICI ALL’INTERNO DELL’ARTICOLO—–
Il 1976, anno bisestile del XX secolo, fu colmo di emozioni per il popolo Italiano. Il 14 gennaio a Roma vedeva la luce il primo numero del quotidiano La Repubblica, fondato e diretto da Eugenio Scalfari. Il 29 dello stesso mese, poco distante, alla Corte di Cassazione veniva condannato per oscenità il film “L’ultimo tango a Parigi” di Bernardo Bertolucci, con conseguente ritiro e cremazione di tutte le copie. Il 22 febbraio, la polizia italiana si vedeva rinnovati gli armamenti, sostituendo gli antiquati moschetti con delle più moderne ed efficaci pistole mitragliatrici. Qualche mese dopo, il 1 aprile, alla camera dei deputati, con il voto di Democrazia Cristiana e Movimento Sociale Italiano-Destra Nazionale, veniva approvato l’articolo 2 della legge sull’aborto, condannando la pratica che verrà considerata reato, segnando così l’inizio di una lunga lotta per il diritto delle donne; due giorni dopo a Roma centinaia di femministe scendevano lungo le strade a manifestare. Il 1 giugno, giornata traumatica per ogni fumatore, entrava in vigore la legge che cambiò le abitudini di un intero paese, vietando definitivamente le sigarette nei locali pubblici. E ultimo ma non meno importante, quello fu l’anno in cui il conduttore televisivo Corrado Mantoni inventò e portò per la prima volta all’interno delle case di tutta Italia lo show televisivo Domenica In, diventando così l’involontario promotore del declino culturale del popolo Italiano.
È in questo calderone di novità e lotte sociali, di scontri tra libertà e oppressione, tra machismo e femminilità, che la Eva Bauer Production, vede nell’Italia il terreno fertile per importare il primissimo numero del fotoromanzo erotico Supersex, con il titolo “Supersex e i diamanti di Amsterdam”.
Quella dei fotoromanzi, intesi in modo generico come “racconti per immagini” o “film statici”, è una tendenza che nasce in Italia a cavallo tra gli anni quaranta e cinquanta, quando il narratore e commediografo Cesare Zavattini convince Arnaldo Mondadori a pubblicare un intero rotocalco dedicato al genere. Questa nuova forma di narrazione su carta, che per la realizzazione richiedeva la partecipazione di un intero cast cinematografico, non aveva nulla da invidiare alla pellicola celluloide argentata usata per le riprese. Dopo un boom di lettori che, in Italia, negli anni Cinquanta, superava il milione e mezzo, iniziò a diventare un fenomeno con risonanza quasi europea, fino ad arrivare a insinuarsi in qualsiasi settore, compreso quello della pornografia.
Bisogna pensare che durante il dopoguerra italiano, il fotoromanzo rappresentò uno dei mezzi di maggior successo per quanto riguarda l’alfabetizzazione del popolo femminile. I fotoromanzi rosa infatti erano più semplici da seguire rispetto a un intero libro, richiedevano meno tempo, i dialoghi erano elementari e le tematiche di facile comprensione, perché raccontavano storie vicine alla maggior parte delle donne. Ma questo accadeva negli anni cinquanta. Negli anni settanta infatti il fenomeno del fotoromanzo raggiunge vette inimmaginabili. Nel 1976 la tiratura delle diverse case editrici di nuova nascita, arriva a stampare otto milioni e seicentomila di copie al mese. Tra i vari prodotti, a consolare la fantasia degli uomini di tutta Italia, se non di quasi di tutta Europa, era appena nato un nuovo fotoromanzo, in cui il protagonista è supereroe che ogni uomo avrebbe voluto essere e che, teoricamente, ogni donna avrebbe voluto incontrare. Supersex fu il primo tentativo di fotoromanzo erotico che riuscì ad avere una risposta colossale da parte del pubblico. Scartabellando tra i tanti forum su internet dedicati alla pornografia su carta, ci si accorge subito di quanto il mitico Supersex non sia soltanto un mero mezzo masturbatorio ma un vero e proprio manufatto da collezione. C’è a chi piace collezionare le pagine gialle di Tex Willer e chi preferisce l’urlo di battaglia di Supersex. Entrambi i personaggi sono avventurieri, entrambi uomini capaci di prodezze stupefacenti.
Supersex è un personaggio creato nel 1965 dalla penna di Alan G. Ferguson. Secondo lo scrittore americano che per anni visse e lavorò ad Amsterdam, la letteratura erotica che circolava al tempo era troppo piatta e priva di una trama avvincente. E forse dopo una tale affermazione sarebbe stato opportuno che qualcuno gli sbattesse sotto il naso i testi del Marchese de Sade. Fatto sta che il nostro Alan G. Ferguson, stanco dell’erotismo senza sostanza, percepì l’urgenza di dare alla letteratura erotica un nuovo eroe. Fu così che Supersex si spinse letteralmente dentro a ogni orifizio presente nel nostro pianeta.
Le storie rocambolesche del supereroe sessuale, che inizialmente vennero pubblicate in forma di racconti d’appendice per il famoso settimanale erotico tedesco “St. Pauli Nachrichten”, con il passare del tempo e l’aumento dei lettori, confermò ciò che Ferguson aveva previsto. Il successo di questi racconti fu enorme “per il realismo con cui venivano descritte le situazioni erotiche e fatti parlare i personaggi”, cita la prima pagina della prima copia di Supersex. Un successo incredibile. Uomini su uomini che si rivedevano in quel super-essere con il pene sempre pronto all’opera.
“Naturalmente in questi anni, sulla scia del grande successo di Supersex, non è mancato chi in Europa ha cercato di sfruttare, più o meno liberamente, l’idea di Alan G. Ferguson; ma si è sempre trattato di fiacche imitazioni a livelli ‘casarecci’, che pure non mancano di aver fortuna, tale è la forza del personaggio”, cita ancora una volta, con parole umili, la prima pagina del primo numero di Supersex.
A quanto detto dalla Eva Braun Prodaction, al tempo Alan G. Ferguson pare fosse uno degli scrittori più acclamati di sempre; anche se, cercando e ricercando, di questo Ferguson non si trova neanche l’ombra. Però a noi che importa? Noi ci lasciamo convincere dalla dolce voce della pubblicità anni settanta e ci inginocchiamo davanti al successo mondiale che il nostro ghostwriter cavalcava senza pietà. Successo che raggiunse vette altissime e plausibili quando, nel 1976, la St. Pauli Nachrichten perse l’esclusiva dei racconti, che venne comprata dalla Eva Bauer Production che farà di Supersex il più famoso fotoromanzo erotico mai realizzato. Ogni mese usciva un nuovo episodio, centrotrenta pagine di fotografie in bianco e nero accompagnate da didascalie e dialoghi. Più di duecento storie scritte. Un migliaio di donne pronte a tutto. Decine di migliaia di penetrazioni ripetute. Cinque paesi di distribuzione (con sedi a Amsterdam, Milano, Parigi, Copenaghen, Monaco). Centinaia di comparse. Duemila lire per comprarlo. Migliaia di ragazzini imploranti al giornalaio. Miliardi e miliardi di spermatozoi riversati su chissà quante diverse superfici, o dentro quante bocche. Ma uno e un solo supereroe.
Ma chi è Supersex? Un extraterrestre erosiano ossia proveniente dal pianeta Eros, che per un guasto alla sua navicella spaziale è costretto ad atterrare sul nostro pianeta, in Olanda. Purtroppo però, il mezzo è destinato a disintegrarsi poco dopo l’atterraggio di emergenza, e Supersex, per riuscire a salvarsi, è obbligato ad abbandonarlo. Facendo ciò il nostro eroe si ritrova presto in balia degli agenti atmosferici inadatti del nostro pianeta, poiché troppo aggressivi per la sua struttura. Supersex infatti è un’entità priva di corpo, un‘ombra nera che si aggira per i boschi olandesi alla ricerca di un corpo ospite. L’unica possibilità di salvezza consiste nell’Operazione Transfert, una sorta di osmosi psicosomatica di trasferimento di un essere nel corpo di un altro. L’operazione transfert però, può essere attuata solo nel corpo di un uomo, e non quello di una donna. Qualsiasi uomo va bene, l’importante è che abbia un pene.
Quando avviene il transfer il corpo ospitante non si accorge di niente, le sue caratteristiche fisiche e mentali non vengono alterate, così come la sua personalità; ma la sua mente verrà guidata da quella di Supersex e l’uomo si troverà così investito dai superpoteri dell’alieno. Sarà dotato “di una carica chimico-magnetica ad altissimo potere energetico ed erocizzante”. Sarà un super terrestre con i sensi alterati al punto di diventare: supertatto, supervista, superolfatto, superpalato. Ma la sua caratteristica più importante sarà la sua capacità di creare situazioni erotiche a piacimento. Con la frase “Scatta il fluido erotico” Supersex è in grado di catturare nella sua rete sessuale qualsiasi donna o qualsiasi uomo che gli capiti sotto tiro. Una sorta di manipolazione mentale che distrugge le certezza delle persone e le immerge dentro al succo denso di un’eccitazione senza controllo. Le donne si spogliano all’istante, irrequiete e isteriche, desiderose di quel “super cazzo” davanti a loro. Durante i vari racconti il nostro eroe sarà la polvere di zolfo che accenderà le più conturbanti scene erotiche: orge, rapporti omosessuali, punizioni a sfondo sessuale, o semplici sveltine con le persone che incontra lungo la strada. In poche parole, per Supersex esiste sempre un motivo valido per infilarlo dentro a qualche buco. In alcuni numeri i rapporti erano così violenti da dover essere esplicitamente preannunciati da una bandina in copertina con su scritto “gusto forte”; in queste storie infatti era raro trovare clericalmente normali rapporti sessuali, ma più spesso ci si trovava a masturbarsi davanti a rapporti omosessuali, sadomaso, e violente punizioni anali.
Questo continuo susseguirsi di accoppiamenti però, alla lunga, risulterà devastante per il corpo ospitante. L’uomo investito dai poteri alieni, con il passaggio da una penetrazione all’altra, da un super potere ad un altro, finirà per sentirsi sempre più spossato, andando incontro ad un’inevitabile decadenza delle proprie forze fisiche. Questo è considerato il campanello di allarme per il nostro supereroe, che ad ogni fine puntata sarà così costretto ad abbandonare il corpo dell’uomo per entrare in quello di un altro. Secondo Alan G. Ferguson questo escamotage sarebbe la chiave più efficace per creare aspettativa e curiosità nei lettori. Ogni capitolo si concluderà quindi con una nuova Operazione Transfert grazie alla quale l’alieno si impossesserà di un altro corpo: uomini comuni, di ceto sociale medio, l’idea era questa.
Con il passare del tempo, forse per un calo di interesse da parte del pubblico o semplicemente per creare una maggior fidelizzazione nei lettori, con l’uscita dell’ottavo numero, la linea guida presentata da Ferguson crollò inevitabilmente. L’uomo comune degli anni settanta non aveva bisogno di sentirsi egli stesso un super sessomane, ma aveva bisogno di figure da idolatrare, da seguire. Fu così che nell’ottavo numero della rivista intitolato “Supersex e l’anonima orge”, il nostro alieno trovò nel tenente Gabriel Pontello il corpo ospitate in grado di sostenere gli sforzi psico-fisici richiesti, senza inciampare in cedimenti. Con questo breve cambio di direzione inizierà la saga di avventure che vedrà Pontello (nome reale dell’attore pornografico) trasformarsi in una sorta di 007 ma molto, molto più arrapato. Per aumentare il tiro e l’eccitazione dei lettori, il tenente Pontello fu raccontato come un uomo tutto d’un pezzo, gloria e vanto della squadra Vip, una sezione speciale della polizia francese che si occupa della risoluzione di casi bizzarri in cui sono invischiate le cariche più alte dello stato, le celebrità e ovviamente i malavitosi. “Inutile dire che il cammino è pieno di trappole e torture, scontri selvaggi e rapimenti, fiume di sangue e sperma”, cita la descrizione di questo numero.
Grazie a questo nuovo ingaggio, il già famoso Gabriel Pontello, entrò a far parte dell’olimpo dorato e tamarro della pornografia. L’attore italo-francese – più francese che italico, dato che i suoi genitori hanno sempre negato le proprie origini italiane – è considerato una delle persone di maggior successo della pornografia, proprio grazie al ruolo di Supersex che portò avanti fino all’ultimo numero della rivista.
L’attore Gabriel Pontello divenne così una sorta di Clark Kent nascosto dietro alla calzamaglia da Supersex, l’uomo dietro al personaggio. Lo stesso Rocco Siffredi in un’intervista per il “Venerdì di Repubblica” racconta di come Pontello, ma in particolar modo il Gabriel Pontello indossato da Supersex, fu per lui una figura importantissima durante la propria adolescenza. Masturbatore seriale, Rocco racconta di come riuscisse a procurarsi i giornaletti che venivano gettati dai camionisti lungo la strada; “avevano le pagine appiccicate. Io le staccavo piano piano per non rovinare le foto”, dice. Una volta, a forza di menarsi il cucco Rocco finì persino in ospedale a causa dell’esagerato sfregamento. Sarebbe curioso sapere se in quel momento di piacere misto a dolore, lo stesso Rocco avesse ringhiato o meno, “ifix tcen tcen”, il grido di battaglia del proprio idolo pornografico, il verso che accompagnava ogni orgasmo di Supersex. “Ifix tcen tcen” è un eco che tutt’ora risuona nell’aria , per molti degli affezionati alla rivista. Elio e le Storie Tese ne sono un esempio, quando nella canzone “Vattene Amore” Elio grida al microfono le tre parole aliene seguite dalla frese “scatta il fluido erotico”. È esistito persino un gruppo punk di Torino chiamato con lo stesso nome, tra gli anni ottanta e novanta.
Ciò che il quattordicenne Rocco Siffredi ancora non poteva aspettarsi sfogliando le pagine di Supersex, era che prima o poi quello del pornoattore sarebbe diventato anche il suo mestiere. E tanto meno avrebbe potuto immaginarsi che ad aprirgli le porte dell’industria a luci rosse sarebbe stato lo stesso Supersex, in persona. Fu nel 1985, quando in un locale a luci rosse di Parigi, Rocco ebbe la fortuna di conoscere il vero Gabriel Pontello. I due entrarono subito in una felice e sovraeccitata sintonia che successivamente si trasformò in amicizia e stima reciproca e stima reciproca e contribuì, grazie al padre di Pontello, che presentò il produttore XY al giovane apprendista attore, al via definitivo alla carriera dell’uomo più famoso nella storia della pornografia. In poche parole, senza Supersex non esisterebbe Rocco Siffredi. E con questa frase sentitevi liberi di gioire o rattristarvi.
A quanto pare questo giornaletto sconcio fu la fortuna di molte persone, direttamente o indirettamente.
Chi però riuscì a ricavarne il maggior guadagno, non furono tanto gli attori, e ancor meno le attrici, usate come preservativi che vengono gettati nella spazzatura una volta pieni, ma come spesso succede in questo mondo patinato, il successo spettò esclusivamente al burattinaio che tirava i fili dello spettacolo da dietro la scrivania del suo ufficio, o come in questo caso, da qualche villa o da qualche aereo privato. A partire dal 1977 e per circa un ventennio, i diritti del fotoromanzo infatti passarono dalla Eva Bauer Production, alla italianissima International Press srl (primo e maggiore editore di riviste erotiche del nostro paese) di proprietà di Rosario Balsamo, detto Saro. L’imprenditore catanese, “l’uomo che ha dato le tette all’Italia”, è stato uno tra i più più ricchi a cavallo tra gli anni settanta e i duemila, costantemente accerchiato da un corollario di donne, auto di lusso, bottiglie di champagne e litri di profumo. Balsamo fu veramente una delle personalità più di spicco della Milano bene di quel periodo e, forse, uno degli uomini più ricchi del nostro paese. Giocatore d’azzardo, insaziabile provocatore, vanaglorioso e sopra alle righe: esattamente quello che ci si aspettava al tempo da un uomo di successo.
Dopo l’acquisizione dei diritti sul fotoromanzo, la rivista vide apportate una serie di modifiche. Le pagine dedicate alla storia di Supersex diminuirono leggermente per dare spazio ad un inserto più breve intitolato “Avventure di Magika e Magika Jr”. Il fotoromanzo di appendice raccontava la storia di due sorelle investigatrici, interpretate da Cicciolina (Ilona Staller) e Platinette (Marilyn Jess), che dopo aver imparato la telecinesi, l’invisibilità e altre tecniche magiche da un santone indiano, scelgono di combattere il crimine proprio come, qualche pagina più indietro, faceva il nostro Gabriel Pontello. Un’altra importante modifica apportata da Saro Balsamo fu di inserire a metà della rivista un disegno rappresentate donne di spettacolo in abiti succinti. Saro, insomma, capì di dover italianizzare la rivista il più possibile. Fu inoltre uno dei primi a regalare gadget assieme alle proprie riviste, e a prendere al balzo la palla del mercato dei VHS che spesso si potevano acquistare con un’abbondante supplemento sul prezzo di copertina.
Le avventure di Supersex avevano trovato in Saro il porto sicuro su cui ormeggiare e andare avanti indisturbate con le proprie orge e le proprie investigazioni vaginali. Tutto filava nel verso giusto. Gli uomini erano liberi di sentirsi uomini e le donne di far sentire gli uomini più uomini. I ricchi erano liberi di sentirsi i padroni del mondo e i pornoattori, nella realtà del loro mestiere, erano liberi da troppi regolamenti. Nessuno poteva vedere cosa succedeva durante i casting o durante le riprese se non i diretti interessati. In un forum dedicato alla pornografia ho trovato un commento di un certo Badabing che racconta agli affezionati di Supersex un aneddoto su Gabriel Pontello che ora riporterò per intero:
“Mi ricordo che diversi anni fa (parlo del 1999, o forse il 2000), in un filmato breve che era stato postato su un sito erotico italiano (sito spento ormai da tempo), un tipo andava in giro con videocamera a una fiera dell’erotismo, intervistando diversi personaggi. A un certo punto l’intervistatore s’imbatteva in un gruppo di attori, alcuni ancora attivi, altri in pensione, tra cui ricordi c’erano Roberto Malone, Christophe Clarke, e Gabriel Pontello (Pontello, a quel punto, si era molto ingrassato, e mostrava divertito all’intervistatore la cospicua pancia). Bene, l’intervistatore a un certo punto chiedeva a Clarke come aveva iniziato nel mestiere, lui rispondeva che era andato a trovare Pontello su un set nella speranza che questi lo avrebbe aiutato. Poi dice ‘Pontello mi fa: Vuoi entrare nel mondo del porno? Allora fammi un pompino, qui adesso’. Pontello a quel punto dell’intervista, guarda Clark senza fare una piega e dice ‘E tu, me l’hai fatto’; Clark, guardando l’intervistatore e ridendo un po’ nervoso, risponde ‘Sì, io gliel’ho fatto’.”
Questo breve aneddoto ci fa capire a pieno com’erano i rapporti umani all’interno dei set cinematografici. E se quello ad inginocchiarsi era un uomo, non è difficile immaginare il possibile trattamento riservato ad una donna che voleva intraprendere la carriera di pornoattrice.
Era il tempo del dio denaro dopotutto. A chi importava del lato umano quando potevi pagare il rispetto?Gabriel Pontello, sempre più famoso, era ormai diventato uno degli uomini più richiesti sul mercato della pornografia, sempre in viaggio tra set cinematografici, interviste e apparizioni. Supersex era una star a tutti gli effetti. Tutto era perfetto, intramontabile e fuori di testa.
Poi arrivò internet. E come un terremoto che non avvisa prima di buttarti giù la casa, mandò in frantumi quel sogno che sembrava indistruttibile. La gente non aveva più bisogno di giornaletti porno, né di comprare le videocassette. Perché spendere soldi quando potevi tranquillamente guardare un video porno gratuitamente sullo schermo del computer.
Le riviste pornografiche iniziarono così ad avere un calo di vendite impressionante e con il tempo finirono per estinguersi. Con loro, anche Supersex non riuscì a superare la notte buia della pornografia su carta e, nonostante ancora oggi si parli dell’alieno sessuale come di un pezzo di storia, nonostante le centinaia di persone coinvolte, nonostante i dialoghi ormai impossibili da trovare in un video pornografico, nonostante l’ironia nascosta dietro ad un machismo volgare, nonostante la verità che, si dice, la silenziosa fantasia di un immagine sia più eccitante di un video, nonostante Saro Balsamo, nonostante Pontello, nonostante Alan G. Ferguson e nonostante tutti i nostalgici ancora legati alla rivista, Supersex è stato spazzato via definitivamente dal pianeta terra. In memoria del super alieno sessuale, tra le mani ci restano solo poche riviste usate, vecchi cimeli di qualche uomo stanco, che dopo essersi soddisfatto le ha gettate lungo la strada. Pagine di carta patinata incollate l’una sull’altra, segnate dal passaggio di qualcuno che al tempo si divertiva ad urlare a perdifiato “ifix tcen tcen”.
REDAZIONE
Wale Café
Hobrechtstrasse 24, 12047 Berlin