9 Righe è una rubrica mensile di consigli di lettura illustrati,
ideata da Paola Moretti per Yanez Magazine e curata da Enrica Fei.
In 800 battute vi raccontiamo delle nostre ultime letture e del perché ci sono piaciute.
Una squadra di illustratrici interpreta graficamente le mini-recensioni e
disegna le copertine dei libri:
le potete vedere a tutto schermo cliccando sull’immagine.
Emanuela Cocco, Tu che eri ogni ragazza, Wojtek 2018
È un libro crudo e crudele, ma senza mai avere la spocchia di regalarla, quella crudeltà. Te la devi andare a cercare, incastrata tra le righe, in quelle voci che sono una voce sola, in fondo, che sono una ragazza e tutte le ragazze, un uomo solo che è la solitudine di tutti gli altri, una stazione che in un luogo imprecisato, a cercarsi tra ciò che lascia andare e ciò che invece ingoia.
È come quando permetti al cane di portare tra le fauci un bastone. Non puoi chiedergli di lasciarlo andare, di abbandonarlo sull’uscio prima di entrare in casa, di pulirsi le zampe sullo zerbino. Perché il cane non lo sa che c’è un dentro e un fuori.
Ecco, il piccolo libro crudele di Emanuela Cocco; non ci sono possibilità, ma solo tentativi falliti. C’è un dentro e un fuori, entrambi bui, ma pur sempre luoghi differenti. Finalmente.
Consiglio di Mattia Grigolo
Illustrazione di Diana Didi Gallese
Elisa Victoria, Voce da vecchia, traduzione di Elisa Tramontin, Blackie Edizioni 2022
Quando ero triste, o un bambino a scuola mi aveva preso in giro, mia nonna mi preparava la fresella con i pomodori. Avevo sette anni e in quel piatto che mi metteva davanti, con fare da rito sacro, c’erano così tanti pomodori che la fresella svaniva come per magia. E con lei anche la tristezza.
Marina è la protagonista del romanzo di Elisa Victoria Vocedavecchia e di anni ne ha nove. Vive tra Siviglia e Marbella, in Andalusia, e per coprire la tristezza, il disagio e la rabbia, sua nonna compra metri e metri di una stoffa a righe bianche e rosse con dei piccoli fiori rossi e gialli. Con quella stoffa, e la sua macchina Singer anni Sessanta, la nonna cuce vestiti per la nipote e per le sue bambole, e oggi, dopo trent’anni, Blackie l’ha trasformata nella copertina di questo romanzo ironico e meraviglioso, tra le cui pagine si respira quel «dolce caos che ha sempre regnato a casa di mia nonna».
Consiglio di Manuela Altruda
Illustrazione di Michele Pieretti
Helga Schneider, Lasciami andare, madre, Adelphi 2004
Nonostante la guerra e la consapevolezza di essere stata messa al mondo da una madre assassina, Helga Schneider è diventata grande. Nel libro autobiografico Lasciami andare, madre, seguito de Il rogo di Berlino, seguiamo la protagonista che decide di far visita alla madre, dopo che questa, trent’anni prima, ha abbandonato lei e suo fratello per seguire Hitler. La donna vive ormai in un ospizio ad aspettare che i suoi lunghissimi giorni finiscano e, mentre il corpo perde la forza e la mente vacilla, nello sguardo si riaffaccia chiaro quel guizzo d’odio universale che ha animato le sue scelte. E la protagonista si domanda: sono qui perché vorrei che mia madre si mostrasse pentita, o perché spero che sia rimasta convinta della sua ideologia malata, così da non dover rimpiangere di non averla mai avuta?
Consiglio di Francesca Addei
Illustrazione di Irene Sotgiu
Andrea Donaera, Io sono la bestia, NN Editore 2019
Lontano da contesti mattatori di serie tv come Gomorra, più vicino a una dimensione sospesa e metafisica come quella nel film L’intervallo, di Leonardo Di Costanzo, Io sono la bestia di Andrea Donaera parte dall’oblio di una delle tante prospettive alterate da organizzazioni mafiose, da una condizione di male assoluto, per addentrarsi in un vortice sempre più particolare verso ciò che divora l’animo umano.
Un’alternanza sinfonica di flussi di coscienza, voci, espressioni dialettali, prosa e versi poetici, ritma una storia corale, veloce e spietata come un colpo di pistola, tra carnefici e vittime, carcerieri e carcerati, l’inevitabile interrogarsi e la dolorosa risposta alla domanda: Chi è la bestia?
Io sono la bestia è un romanzo che ferisce, di una poesia crudele e meravigliosa.
Consiglio di Luca Giommoni
Illustrazione di Biagio Finamore
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L’immagine di copertina è stata illustrata da Sofia Bordini
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