9 Righe è una rubrica mensile di consigli di lettura illustrati,
ideata da Paola Moretti e curata da Linda Farata.
In 800 battute vi raccontiamo delle nostre ultime letture e del perché ci sono piaciute. Una squadra di illustratrici interpreta graficamente le mini-recensioni e disegna le copertine dei libri. Le potete vedere a tutto schermo cliccando sull’immagine.
Valentine aka Fluida Wolf, Postporno. Corpi liberi di sperimentare per sovvertire gli immaginari sessuali, Eris Edizioni 2020
Il saggio dell’attivista postporno transfemminista Valentine, in arte Fluida Wolf, pubblicato in primavera nella nuova collana BookBloc di Eris Edizioni, non è più lungo di sessanta pagine, eppure riesce in un obiettivo fondamentale: introdurre chi legge in modo chiaro, sintetico ed entusiasta al mondo del postporno, citando fonti, suggerendo approfondimenti e stilando una panoramica storica delle sue fasi cruciali. Partendo dall’attivismo in prima linea e dall’arte di Annie Sprinkle, passando per le teorie di Paul B. Preciado e le performance rivoluzionarie di Diana Pornoterrorista, Valentine aka Fluida Wolf racconta come il postporno sfugga a qualsiasi definizione e si presenti invece come celebrazione del multiforme, della rappresentazione di corpi, saperi, piaceri e realtà marginalizzat* dalla pornografia mainstream.
Consiglio di Elena Cascio
Illustrazione di Futura Malanca
Didier Eribon, Ritorno a Reims, traduzione di Annalisa Romani, Bompiani 2017
C’era una volta la norma sociale. Era un uomo bianco, cisgender, eterosessuale. Aveva i capelli biondi, gli occhi azzurri, un corpo marmoreo. Lavorava in banca, guidava una Porsche decappottabile e nei weekend giocava a calcetto col suo gruppo di amici. Un giorno decise che tutti gli esseri viventi diversi da lui sarebbero stati umiliati a vita. Fine della storia? I don’t think so.
E nemmeno Didier Eribon sembra pensarla così. Facendo ritorno a Reims, sua città d’origine, fa ritorno a un passato marchiato a fuoco dalla realtà socioeconomica della sua famiglia, dalle dinamiche di paese, dal suo orientamento politico e sessuale. Eribon prende il suo vissuto, lo mette in discussione, lo scardina, lo sviscera, di-mostrando la relatività del libero arbitrio e della responsabilità individuale. Le strutture sociali in cui siamo incastonati circoscrivono la nostra intera esistenza; Ritorno a Reims ci insegna il coraggio di ricostituire quel che è stato fatto di noi.
Consiglio di Marco Merenda
Illustrazione di Daniela Spoto
Luca Giommoni, Il rosso e il blu. Una comune favola di migrazione, effequ 2020
Chi sono i pazzi? Makamba, che gira il mondo per equilibrare i rubinetti di tutto il globo, o i teppisti che lo picchiano per il colore della sua pelle? Benedict, che pur di non riconoscere come umano ciò che ha vissuto preferisce credere di essere stato rapito dagli alieni, o i carcerieri che lo hanno torturato? Incentrato sulle vicende di un centro d’accoglienza straordinaria un po’ “fuori fase”, l’esordio di Luca Giommoni mostra con grazia e senza retorica come la pazzia non abiti il più delle volte negli emarginati e nei sognatori, ma nell’indifferenza di una burocrazia sorda o nella spietatezza di chi detiene il potere. Ci si incanta, ci si arrabbia e ci si commuove al cospetto di questa favola sgangherata.
Consiglio di Martin Hofer
Illustrazione di Flavia Trifiletti
Pierre Jourde, Paese perduto, traduzione di Claudio Galderisi, Prehistorica 2019
La civiltà contadina ha resistito in Europa fino a pochi decenni fa con regole, valori e ritmi immutati per secoli. La sua scomparsa è dovuta più alle leggi spietate della demografia che alle innovazioni tecniche. Pierre Jourde, che la casa editrice Prehistorica porta in Italia per la prima volta, ha conosciuto il mondo contadino, selvaggio e patriarcale dell’Alvernia. Paese perduto è un viaggio conradiano à rebours lungo il fiume dei ricordi che lascia irresoluto il dilemma: recuperare la memoria o calarla nell’oblio? Infatti, se l’occasione del ritorno al paese è un’eredità, l’episodio chiave è un funerale. Mentre la piccola comunità sfila per rendere l’ultimo saluto a una giovane morta di leucemia, Jourde ricostruisce odi e rancori tra paesani, il fetore e il sudiciume delle loro case e dei loro corpi e la brutalità del lavoro agricolo, più duro della terra gelata in cui è stata scavata la buca che accoglie la bara.
Consiglio di Flavio Villani
Illustrazione di Simon Rizzi
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L’immagine di copertina è stata illustrata di Victor Cavazzoni
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