9 Righe è una rubrica mensile di consigli di lettura illustrati,
ideata da Paola Moretti e curata da Linda Farata.
In 800 battute vi raccontiamo delle nostre ultime letture e del perché ci sono piaciute. Una squadra di illustratrici interpreta graficamente le mini-recensioni e disegna le copertine dei libri. Le potete vedere a tutto schermo cliccando sull’immagine.
Enrico Petrilli, Notti tossiche. Socialità, droghe e musica elettronica per resistere attraverso il piacere, Meltemi 2020
Quest’anno Berlino ha decretato i club istituzioni culturali. Da noi invece è uscito Notti Tossiche, un testo che mira a ri-significare il clubbing come attività dal potenziale politico. Descritto come un’etnografia dei piaceri, il saggio accompagna il lettore in un viaggio sensoriale che parte dall’introduzione delle prime sostanze psicotrope nelle società occidentali —tè e caffè— passa per la dissidenza sessuale degli anni ’70 – ’80, per poi arrivare alle discoteche del nord Europa degli ultimi anni. Petrilli prende in analisi tutti i fattori esperienziali della notte: la natura liminoide dei club, l’organizzazione dello spazio e i dispositivi di sorveglianza, l’interazione tra singoli e gruppi, la sessualità, il corpo, la musica. Tra le pagine si incontrano Hakim Bey e il Marchese De Sade, il panopticon foucaultiano e l’MD, Freud e il Berghain, in un riuscito tentativo di ridare all’esperienza del clubbing tutta la complessità e la forza sovversiva che le appartiene.
Consiglio di Paola Moretti
Illustrazione di Michele Pieretti
Viktor Šklovskij, Zoo o lettere non d’amore, traduzione di Maria Zalambani, Sellerio 2002
Avete mai voluto scrivere d’amore senza poter scrivere d’amore? Se vi suona stonato, lasciate che sia Viktor Šklovskij a prendere la parola:
«Mi hai assegnato due compiti.
1) Non telefonarti. 2) Non vederti.
Adesso sono un uomo impegnato.
C’è anche un terzo compito: non pensarti. Ma questo tu non me l’hai affidato».
Un divieto doloroso da parte della donna amata, quello che permette di escogitare un libro capace di parlare ed emozionare per metafore. Il tempo, la Berlino dei russi, i tram, Marc Chagall e Charlie Chaplin sono solo alcuni degli spunti di una raccolta che alterna lettere stanche ad altre appassionate o cancellate. Una lettura irrinunciabile per tutti quelli che non hanno bisogno di fiori, ma del profumo di fiori.
Consiglio di Virginia Di Bari
Illustrazione di Luca Di Battista
Viola Ardone, Il treno dei bambini, Einaudi 2019
Probabilmente non ha la stessa potenza narrativa de L’Arminuta, ma lo ricorda sottopelle, nei movimenti imprecisi dei personaggi, nella forma letteraria dialettale, diversa ma simile. Nel luogo, l’Italia dei poveracci, seppur ambientato in città distanti tra loro, ma non siderali. Non nel tempo, quello cambia e, a differenza della storia raccontata dalla Di Pietrantonio, non rimbalza. Si sposta, scorre, si muove inesorabile. Questo sì.
Il Treno dei Bambini, come L’Arminuta, è un libro importante, nell’accezione in cui importante diventa ciò che la storia osa spiegarti, lasciarti. E poi c’è dell’altro: il suo personaggio principale, il piccolo Amerigo, è costruito talmente bene che è tanto semplice immedesimarsi, quanto difficile per l’autrice, Viola Ardone, essere riuscita in tale miracolo.
Consiglio di Mattia Grigolo
Illustrazione di Lucrezia Chiarle
Antonio Moresco, Gli incendiati, SEM 2020
Un uomo solo, in bilico sul precipizio della sua vita. Si muove infelice in un’estate rovente, fin quando tutto il paesaggio intorno all’albergo in cui alloggia prende fuoco. È in quel frangente che gli appare per la prima volta una donna stupenda. Ha dei lineamenti dell’est e i denti d’oro. Prima di scomparire gli sussurra a un orecchio: “vuoi bruciare con me?”. Da lì inizia una corsa disperata per ritrovarla, poi una fuga frenetica tra il mondo dei vivi e quello dei morti, attraverso i Balcani martoriati dalla guerra. In fondo l’amore, energia perpetua degli incendiati. Dall’autore più anomalo del panorama nostrano, una fiaba per chi crede che si debba bruciare per risplendere.
Consiglio di Paolo Cerruto
Illustrazione di Giulia Shapeless
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L’immagine di copertina è stata illustrata di Beatrice Franzoso
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