9 Righe è una rubrica mensile di consigli di lettura illustrati,
ideata da Paola Moretti e curata da Linda Farata.
In 800 battute vi raccontiamo delle nostre ultime letture e del perché ci sono piaciute. Una squadra di illustratori interpreta graficamente le mini-recensioni e disegna le copertine dei libri. Le potete vedere a tutto schermo cliccando sull’immagine.
Franco Giustolisi, L’armadio della vergogna, Nutrimenti 2019
Andando avanti nella lettura di questo libro, si viene presi da una sensazione profonda di rabbia, da un sentimento puro, animale, di ingiustizia. La sequenza di orrori compiuta dai nazifascisti nell’Italia occupata del post 8 settembre, fra il 1943 e il 1945, diventa, pagina dopo pagina, quasi insostenibile. Eppure, il lavoro di Giustolisi non è soltanto importante, ma, soprattutto, necessario. Decine di migliaia di persone, quasi sempre civili inermi, furono massacrate in 2273 stragi, ricostruite con straordinario rigore giornalistico dall’autore. Per anni, nel nome della pacificazione, il governo italiano ha insabbiato ogni tentativo investigativo; gli assassini, italiani e tedeschi, liberi di ricominciare una nuova vita, nell’Europa dei blocchi contrapposti nata sulle ceneri della Seconda Guerra Mondiale. All’inizio ho pensato: ogni italiano dovrebbe leggere questo libro. Poi, riflettendoci, ho aggiunto: non solo ogni italiano, ma soprattutto ogni tedesco, dovrebbe leggere questo libro.
Consiglio di Mauro Mondello
Illustrazione di Giulia Vigna
Joy Williams, L’altro bambino, Edizioni Black Coffee 2019
Le pagine de L’altro bambino sembrano intrise di LSD, proprio come il 1978, l’anno che lo ha visto venire alla luce. Una narrazione vorticante, un flusso senza fiato di pensieri e azioni deliranti, mescolati al sapore bugiardo e consolatorio dell’alcool che accompagnano ogni passo della protagonista e che, come lei, ci fanno sentire costantemente in bilico, sull’orlo di qualche verità che forse è meglio non scoprire.
Ogni parola usata dall’autrice è capace di renderci instabili, come Pearl, la donna che vediamo arrancare; alle prese con una strana isola, con bambini spaventosamente affamati, un figlio che forse non è il suo e adulti che non riesce a decodificare.
Joy Williams ci butta in pasto a un incubo e non ci tende la mano per venirne fuori.
Consiglio di Francesca Addei
Illustrazione di Flavia Trifiletti
Michele Mari, Rosso Floyd, Einaudi 2010
Rosso Floyd sta tutto lì, nella saturazione cromatica. Nell’estetica pulp di un’inchiesta inattendibile, non perché inattendibili siano i suoi narratori, ma perché inattendibile è il perno rotatorio attorno a cui si muovono le ricostruzioni e le interviste: il simbolo. I Pink Floyd sono un simulacro, una macchina dietro alla quale cercare non tanto una verità, quanto l’uomo, il fluido rosso che, ironicamente, fa da fil rouge a quest’indagine schizofrenica, priva di linearità narrativa, post-moderna, post-prodotta, composta di brevi inquadrature che collidono tra loro. Mari ricostruisce e decostruisce la storia e l’icona dei Pink Floyd moltiplicando i punti di vista, mimando la loro musica, facendo dialogare sogno e psichedelia, aneddotica e mito, umano e macchinico.
Consiglio di Pietro Lafrianda
Illustrazione di Beatrice Franzoso
Guadalupe Nettel, Petali e altri racconti scomodi, La nuova frontiera 2019
“Ho sempre voluto, tornare al corpo in cui sono nato” sono i versi di Ginsberg che Guadalupe Nettel cita per parlare del suo Petali. Ed è ciò che tentano di fare i protagonisti dei sei racconti: riconoscere e accettare le forme di bellezza insolita che abitano. Vorrebbero smettere di lottare contro se stessi, di nascondere ciò che in loro straripa, rompendo gli argini della normalità. L’autrice stessa evade dal tracciato della normalità con la sua originalità descrittiva, giocando con immagini e similitudini, lasciando qua e là indizi di narrazioni segrete, che aprono la strada a più interpretazioni. Nettel vi strapperà dalla vostra comfort zone, quindi mettetevi comodi e lasciatevi scomodare dai suoi racconti.
Consiglio di Nicole Stella
Illustrazione di Giorgia Atzeni
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L’immagine di copertina è stata illustrata da Giulia Shapeless
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