9 Righe è una rubrica mensile di consigli di lettura illustrati, curata da Paola Moretti.
In 800 battute vi raccontiamo delle nostre ultime letture e del perché ci sono piaciute. Una squadra di illustratori interpreta graficamente le mini-recensioni e disegna le copertine dei libri. Le potete vedere a tutto schermo cliccando sull’immagine.
Craig Thompson, Habibi, Rizzoli 2011
Habibi è una graphic novel che va letta almeno due volte, la prima per la storia, la seconda per i disegni. In un tempo sconosciuto e in un Medio Oriente che non esiste Craig Thompson ci racconta di Dodola e Zam: una ragazza e un bambino che crescono insieme in una barca nel mezzo del deserto, immersi in un intreccio di storie del Corano e del Vecchio Testamento. Sono liberi e innamorati di un amore fraterno, materno, puro. Sono poveri e soli, pronti a tutto per poter rimanere così. Lei ha nove anni di più e si prende cura di lui, gli insegna tutto ciò che sa. Crescono, vengono separati, cambiano nome, si ritrovano schiavi di padroni che li cambiano nel corpo e nello spirito, ma continuano a cercarsi. Ogni tavola è un quadro con oppio, predoni e sultani, lettere arabe e schiave vendute, scrittura con l’inchiostro e gravidanze avanzate.
Consiglio di Lucia Rossi.
Illustrazione di Ludovica Lombardi.
Kevin Barry, Il fiordo di Killary, Adelphi 2014
I racconti di Kevin Barry sono schietti, sono storie che ti buttano in faccia le vite portate in scena. Barry mette le cose in chiaro fin da Atlantic City. È il primo racconto, e l’atmosfera è ancora pacata, immersa nella giovinezza, “Broad Street tranquilla e ammutolita nell’estate” – ma qualcosa, alla fine, succede. Succede come fosse niente. La crudezza della vita fa irruzione e non se ne va più. Barry ci fa vedere un po’ di tutto: due uomini soli, nel bar più desolato che vi possiate immaginare, trovano compagnia in una donna in fuga dal marito; un padre si ritrova contro il giovane amante della figlia, due vecchie signore, all’apparenza innocenti, vanno a caccia di bambine per la campagna irlandese. Che fare davanti a tutto questo? Forse, come ci dice il protagonista del racconto che dà il titolo alla raccolta, “uno deve solo rassegnarsi. RASSEGNARSI”. Specie se, come ne Il fiordo di Killary, si è con l’acqua alla gola.
Consiglio di Marcello Ferrati.
Illustrazione di Anna Zaccaria.
La pesante valigia di Benavides, Samanta Schweblin, Fazi Editore 2010
Un’adolescente taciturna mangia solo uccelli vivi; un uomo infila la moglie appena assassinata in una valigia e viene spacciato per un artista geniale; una coppia decide di rimandare la gravidanza avanzata e fa rimpicciolire il bambino fino a poterlo infilare in un barattolo e tenerlo da parte per dopo. A tenere insieme le vicende disparate narrate nei racconti di Samanta Schweblin è l’atmosfera: un quotidiano spiazzante, dove personaggi inabilitati alla vita vengono catturati in situazioni paradossali, completamente illogiche e al tempo stesso spaventose nella loro plausibilità. La maestria della Schweblin – tra le autrici latino-americane contemporanee più tradotte e lette nel mondo –sta nel rendere la massima inquietudine con il linguaggio più semplice, pulito e misurato possibile.
Consiglio di Linda Farata.
Illustrazione di Michele Pieretti.
Witold Gombrowicz, Pornografia, Il Saggiatore 2019
“Al diavolo la solita gioventù docile e carina, qui si trattava di crearne una diversa, una gioventù tragicamente impregnata di noi adulti.”
Quale piano hanno in serbo Federico e Witold per due giovani cresciuti assieme nella campagna polacca? Il tentativo di farli innamorare è un modo per rivivere, tramite la loro unione, una freschezza rimpianta o, al contrario, è un progetto d’infestazione di una carne ancora troppo tenera?
Apparsa per la prima volta in versione censurata con titolo La seduzione (Bompiani, 1962), riecco l’opera-scandalo di Gombrowicz. Un romanzo dall’architettura “teatrale”, delimitato nel tempo (poche settimane) e nello spazio (una villa apparentemente lontana dall’orrore della guerra), nel quale un’innocente fantasia si rivela infine per quello che è: un morboso gioco al massacro.
Consiglio di Martin Hofer.
Illustrazione di Beatrice Franzoso.
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L’immagine di copertina è stata illustrata da Alice Cantoro.
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