Me li ricordo bene gli anni in cui ho scoperto la musica metal. Erano immediatamente successivi agli anni in cui ho scoperto la musica punk e poi quella hardcore punk e infine quella crossover. Generi e sottogeneri. Catalogazioni.
Non credo sia un’evoluzione naturale, anche perché – immediatamente dopo – sono passato all’elettronica ed è stato tempo di nuovi generi e sottogeneri e catalogazioni. È un processo insolito per tutti, non solo per il sottoscritto.
Il processo ha funzionato così: vado al concerto dei Propagandhi al Deposito Bulk. Milano. Durante il live bevo del vino in cartone e perdo un anfibio nel pogo. All’esterno, mentre consumiamo gli spinelli del dopo-concerto, c’è questo tizio con un lungo cappotto di pelle nero, i capelli lunghi sulle spalle. C’è questo tizio che a me sembra il Brandon Lee ne Il Corvo.
Questo tizio si avvicina a me e alla mia combriccola. Mi chiede se ho perso una scarpa, gli dico che no, me la sono venduta. Io rido, noi ridiamo. Lui no. Se ne va.
Torna qualche minuto dopo, in mano ha il mio anfibio. Me lo porge.
Gli chiedo se vuole fumare uno spinello con noi. Lui dice che non fuma. Gli chiedo se vuole del vino. Lui dice che va bene.
Beviamo e parliamo. Sotto la giacca di pelle indossa una t-shirt con un teschio senza calotta cranica. Dalle cavità orbitali fuoriescono dei serpenti oppure dei draghi, non ricordo. Sotto il teschio c’è una scritta in bianco, indecifrabile.
Gli chiedo, di che band è quella maglietta? Lui mi dice dei Cannibal Corpse. Io gli rispondo che non gli conosco. Gli chiedo anche Sono della scena Hardcore di Los Angeles oppure NY HC?
Lui dice Niente Hardcore.
Metal.
Metal?
Metal.
Succede che scopro essere un chitarrista di una band power metal (spoiler: il Power Metal mi ha sempre fatto schifo) giornalista musicale per Metal Hammer Italia, grande esperto.
Quello che succede dopo è che io m’informo. Scopro cose incredibili. Quantomeno per uno partito da Sex Pistols e The Clash e arrivato ai Korn di Life is Peachy / Follow the Leader e i Deftones di Adrenaline / Around the Fur.
Scopro i Mayhem e la loro storia raccapricciante, il trash metal dei Pantera e dei Sepultura, il death e il black metal, il cantato in growl e quello in screamo. Grandi cose. È amore. È metal.
Però non sono mai stato un metallaro per definizione, quella cosa di vestirsi di nero e fare headbanging non mi è mai appartenuta. Ho sempre preferito fare stage diving e perdere le scarpe e gli zigomi nel pogo punk.
La Germania vanta una tradizione metallara di tutto rispetto, forse seconda solo a Svezia e Finlandia. Vanta anche i due festival metal più importanti d’Europa.
L’uno è il Wacken Festival, probabilmente il più famoso. Poi c’è il Summer Breeze Festival. E qui ci fermiamo, perché ne parliamo. E perché Yanez quest’anno sarà presente, tramite la mia personcina posata.
Il Summer Breeze si terrà dal 16 al 19 agosto 2017. Si svolgerà nella cittadina tedesca di Dinkelsbühl, a poco più di un’ora da Norimberga.
Quest’anno festeggia vent’anni di musica metal e rock e lo fa indubbiamente bene, perché la line up conta centocinquanta band confermate.
In cima alla mia lista personale ci sono i Korn che, incredibilmente, non ho mai visto dal vivo. La band di Jonathan Davis e soci ha segnato indelebilmente parte della mia adolescenza. Non posso dimenticare la prima volta che su MTV Rocks video il video di A.D.I.D.A.S. Le tute da ginnastica paiettate, gli incidenti stradali, l’obitorio.
In fondo alla mia lista, invece, causa immenso dispiacere, la defezione dei The Black Label Society, che hanno annullato l’intero tour estivo.
So che può apparire buffo, ma il Summer Breeze, nonostante la musica – per taluni – piuttosto ostica, è un festival dove regna l’amicizia e la cordialità (oddio, ho scritto davvero cordialità?). Certo, non troverete fiorellini tra i capelli delle ragazze e folletti che balzano sulle spalle del pubblico. Il colore imperante sarà il nero, come è giusto che sia. E la musica del Diavolo.
Il Summer Breeze non è solo una manifestazione dedita prettamente alla musica metal, da spazio anche agli altri canali rock, come il punk e i suoi derivati.
Comunque, giusto per fare qualche nome importante, un po’ a lista della spesa, che non ci piace, ma che ci aiuta (in ordine alfabetico): August Burns Red, Betontod, che sono di casa, Children of Bodom, Dark Tranquillity, Hatebreed, Kreator, Life of Agony, Long Distance Calling, Megadeth, Obituary, Over Kill, Primal Fear, Terror, Tiamat. Devo continuare?
Molto spazio anche alle “band minori” ed emergenti. Io metto una stellina personale sui Uada, che oltre ad avere un logo bellissimo, posseggono delle atmosfere che riescono a scavare fino al centro della terra. Black metal al bacio.
Oppure, girandoci dall’altra parte, date un ascolto ai viennesi Turbobier, punk rock divertentissimo.
L’organizzazione del festival è, da anni, di altissimo livello, con un enorme campeggio nel verde, al quale si può accedere anche il giorno precedente al fine di mettere la tenda nei posti migliori e non creare ingorghi incredibili.
Poi c’è questa, che è incredibile a pensarci, ma non lo è affatto: si possono portare all’interno del festival alcolici.
Oppure, volendo, si possono anche acquistare nei due supermercati all’interno della location.
Cose belle e fatte bene.
Tutte le informazioni su come acquistare i biglietti e come arrivare al festival le trovate sul sito ufficiale.
Insomma, sono passati tanti anni da quel giorno, fuori dal Deposito Bulk. Io sono cresciuto, sono cambiato e la musica insieme a me. Me la sono sempre portata dietro, però, in ogni mia cosa, in ogni mio angolo buio o di luce.
Quel giorno non lo dimenticherò mai, per un semplice motivo: i punti di svolta ti rimangono dentro, perché sono delle curve e dopo ogni curva potrebbe esserci un modo che non conosci. E questo è il mio.
Caro metallaro conosciuto dopo il concerto dei Propaghandi, di cui non ricordo il nome, quei giorni di Festival te li dedicherò con amore.
Con metal.
Immagine di copertina: Carpathian Forest, Wikicommons
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