Fino a poco tempo fa questo bellissimo tratto delle Ande peruviane tendeva a restare nell’ombra della Cordigliera Blanca, ma le cime innevate, i ghiacciai e le lagune della Cordigliera Huayhuash non hanno nulla da invidiare alla cugina più famosa.
Però attraversare i suoi passi non è cosa per tutti. Occorre camminare su un circuito che dura tra gli otto ed i sedici giorni di natura selvaggia, arrivare fin dove presumibilmente nasce il Marañon, uno dei due fiumi che formano il Rio delle Amazzoni, lasciandosi dietro corrente elettrica, wi-fi e comfort, e portando sulle spalle tutto quello di cui si avrà bisogno in questo lasso di tempo.
È qua che mandrie di asini, caricati delle pesanti ambizioni di trekker poco preparati, attraversano impegnativi valichi a 5.000 metri d’altezza, aiutando gruppi di turisti a portare a termine il proprio percorso.
Dietro di loro corrono gli Arrieros, i loro padroni, che li accompagnano fino ai più alti picchi innevati, caricandoli con cura ogni mattina.
La pelle dei loro visi è abbronzata e tirata dal freddo della amata cordigliera, le mani segnate dalle corde usate per assicurare l’equipaggiamento sugli animali.
Non amano confondersi con i visitatori della riserva, arrivano all’accampamento prima degli altri, lo preparano e portano gli asini a riposare nei pascoli vicini.
Gli Arrieros spiegano al fotografo Yuri Segalerba che ogni animale può trasportare fino ad 80 kg, ma in questo trekking al limite non vengono caricati con più di 50 kg.
É merito loro se le vette dell’Huayhuash hanno iniziato a puntinarsi di colorate giacche di Goretex e ad ospitare accampamenti, offrendo un piccolo aiuto alle remote e dimenticate comunità andine insediate, che per secoli hanno vissuto solo di allevamento e agricoltura ed ora si occupano anche di tenere pulita la riserva.
Yuri ha affrontato otto giorni nell’Huayhuash senza l’ausilio di asini. Ogni qualvolta incrociava gli abitanti della Cordigliera, la loro prima domanda era da che paese provenisse e la seconda chi fosse il suo Arriero. Yuri, mostrandogli prima lo zaino e poi la sua compagna di viaggio, rispondeva: “Ilona è l’Arriero ed io sono l’asino!”
Tutte le foto sono di esclusiva proprietà del fotografo Yuri Segalerba e il Copyright è privato.
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