A marzo Yanez ha letto dei libri importanti. C’è un certo Fred Uhlman che parla di amicizia e anche un signore che di cognome fa Sacks che spiega la il cervello e l’apparato uditivo in relazione alla musica e alle emozioni.
Poi c’è Jess il Bandito di via Padova e la sua vita incredibile a braccetto con la mala milanese. C’è Mark Greif che critica amaramente il ventunesimo secolo. C’è una graphic novel che parla di sesso e di alcol e di amore e di sesso e di alcol ancora e di un muretto di mattoni.
Parliamo di libri di Case Editrici indipendenti italiane che stanno facendo tanta strada; Milieu Edizioni, Sur, Edizioni Clichy.
Parliamo di letteratura e ci piace tanto.
Il Muretto
Céline Fraipont, Pierre Bailly (Eris Edizioni, 2014)
Un muretto di mattoni a pochi passi da un campo da basket. È qui che Rose trascorre i suoi pomeriggi mentre il mondo dentro e intorno a lei cambia inesorabilmente. Tutto è in fermento, a quattordici anni, e con una madre che l’ha abbandonata e un padre completamente assente, Rose non ha strumenti per riuscire a orientarsi. Poi un giorno al muretto arriva Jo, e con lui la musica, l’alcool, il sesso. Arriva l’amore, ma non un senso. Così Rose continua a precipitare nelle dure chine in bianco e nero di Pierre Bailly e, osservandola cadere, il lettore è consapevole di essersi trovato in passato sul ciglio dello stesso baratro. Forse per superare l’adolescenza non bisogna fare altro che distogliere lo sguardo e fissarlo lontano. Dritto, davanti a sé.
Elena Cascio
Jess – Il ragazzo di via Padova
Arnaldo Gesmundo e Matteo Speroni (Milieu Edizioni, 2014)
Un colpo passato alla storia, quello del 27 febbraio 1958. Jess il bandito faceva parte del commando che assaltò il furgone portavalori in via Osoppo, a Milano. Una rapina leggendaria, spettacolare. Degna di un film. Questo è un libro semi-autobiografico, in cui il boom economico del nord Italia si mischia alla vita di strada nella periferia milanese e a quella delle galere, dell’etica criminale dell’epoca. Questo libro racconta di Arnaldo Gesmundo, che ha visto la violenza della guerra con gli occhi di un bambino, che è scappato a Marsiglia, che ha rubacchiato e che è tornato a Milano per diventare uno specialista degli assalti alle fortezze del denaro. Questo libro parla di vita e di malavita.
Mattia Grigolo
Piccolo viaggio nell’anima tedesca
Vanna Vanucci, Francesca Predazzi (Feltrinelli, 2004)
I Tedeschi si sa, non sono un popolo facile da capire; spiegare la loro anima poi è un compito ancora più arduo. Con questo libro sembra facilissimo, poiché la lingua diviene lo specchio dell’anima del suo popolo. Un idioma così preciso, metodico, che crea parole che molto spesso nelle altre lingue restano intraducibili. C’è il Nestbeschmutzer l’insozzatore del nido (il peggior insulto che si possa rivolgere ad un tedesco); la Vergangenheitsbewaltigung (provate a leggerlo ad alta voce se vi riesce!) l’elaborazione del passato e il suo superamento; la Schadenfreude il godere delle disgrazie altrui. Chi legge può capire molto di questo paese, della sua gente e di tutti i cambiamenti che hanno visto susseguirsi in questi anni. Ma poi diciamocelo a chi mai poteva venire in mente di creare una parola per quelli che gioiscono delle disgrazie altrui? Il libro merita di essere letto solo per questo motivo.
Giorgia Corea
Nessuno scompare davvero
Catherine Lacey (Edizioni SUR, 2016)
Un bufalo inferocito si nasconde dentro la giovane newyorkese Elyria, e rade al suolo tutto ciò che di stabile potrebbe esserci nella sua esistenza. Lei fugge lontano, in Nuova Zelanda, per tentare di placarlo, anche se la sua partenza comporta la fine di un matrimonio e di una vita apparentemente perfetta. La verità, però, è che nulla è perfetto nel mondo di Elyria, che dovrà imparare a convivere, forse per sempre, con quel bufalo prepotente. Un personaggio complesso, a volte spiazzante, estremamente umano. Catherine Lacey vince la sfida del primo romanzo, scandagliando le mille sfaccettature di una depressione con un linguaggio ipnotico e a tratti straordinario.
Elena Cascio
Musicofilia
Oliver Sacks (Adelphi, 2007)
Un giocatore di football che viene colpito da un fulmine. E non muore. Ma succede qualcosa di incredibile: nel giro di qualche settimana Tony Cicoria sente un necessario, quasi biologico, bisogno di ascoltare musica classica, anzi di più, sente il bisogno di non poter smettere di ascoltare musica e d’imparare a suonarla.Tony Cicoria non è mai stato interessato alla musica.Questa è solo una delle testimonianze assurde che Sacks raccoglie in “Musicofilia”, uno tra i suoi testi più importanti e interessanti, sia a livello medico che sociologico, sul rapporto tra il cervello e gli organi uditivi, la musica e le emozioni.
M.G.
Against Everything
Mark Greif, (Penguin Random House, 2016)
Il titolo è fantastico, e mette in guardia, questo è un libro che critica le abitudini del ventunesimo secolo.Se si leggono in ordine, i saggi di Mark Greif, sembrano andare dal più rigido al più sciolto.Il primo carico da novanta è sulla sessualizzazione della giovinezza e, conseguentemente, dei suoi rappresentanti. Perché non iniziamo a preferire i valori dell’età adulta: intelletto al posto di entusiasmo, autonomia invece che avventura, eleganza invece che vitalità, sofisticazione al posto di innocenza, suggerisce l’autore. Verso il terzo capitolo il tono si alleggerisce, si parla di musica e ‘Learning to rap’ fa ridere ad alta voce sulla metro. Greif, ebreo, bianco, classe ’75, reo confesso di aver sostenuto il post-punk piuttosto che il rap al momento della nascita, si cimenta nel 2010 ad imparare a rappare. Nel frattempo riflette su appropriazione culturale, white privilege e razzismo. Tutto ciò che viene trattato, dal perché andiamo in palestra a qual è il senso della vita, è articolato con rigore filosofico ed espresso con una grazia letteraria rara. Un libro che critica, ma non demolisce, mette in discussione.
Paola Moretti
La famiglia Fang
Kevin Wilson (Fazi Editore, 2012)
È un libro costantemente in equilibrio tra ironia e cinismo, un susseguirsi di ferocia e follia, di riflessioni sull’arte e il suo prezzo, la vita e i suoi legami.Racconta le vicende di una coppia di performer e dei loro due figli, Annie e Buster.È la storia di una famiglia decisamente non convenzionale, narrata dai due bambini che si ritroveranno ad essere degli adulti psicologicamente distrutti dalla loro infanzia eccentrica, da dei genitori che egoisticamente, rasentando molto spesso la follia, hanno portato avanti un unico credo: andare oltre le apparenze camuffando la realtà, senza mai preoccuparsi di distruggere i propri figli nel frattempo.
Nove Ottolina
Il Prezzo di Dio
Okey Ndibe (Edizioni Clichy, 2015)
Chi sono i nuovi immigrati dell’America contemporanea? Chi cerca il sogno americano oggi? Un romanzo potente, con un ritmo tribale, capace di essere tanto tagliente quanto divertente, di un umorismo nero e cinico.Il Prezzo di Dio potrebbe essere definitivo un decalogo di ciò che non si può fare nel mondo occidentalizzato se entri a far parte di quel mondo da esterno.Il Prezzo di Dio ti spiega cosa vuol dire essere avidi senza esserne consapevoli. Il Prezzo di Dio, soprattutto, ci sbatte in faccia ciò che la maggior parte di noi tiene nascosto, perché non in grado di prendersene la responsabilità: Siamo tutti consumisti latenti.
Annarè Pirupiru
L’Amico Ritrovato
Fred Uhlman (Feltrinelli, 1986)
Un libro pubblicato nel 1971, che racconta una storia di 40 anni prima e che ha la forza di cristallizzare l’amicizia in maniera prorompente e pura, così tanto da scuoterti attraverso il semplice scorrere delle azioni, declinate, una dopo l’altra, con la secca sicurezza dell’inevitabile.
Le parole si sollevano dalle pagine e vanno a incastrarsi fra la Storia, quella più dolorosa del nostro tempo, e i sentimenti. Finisce tutto in un baleno e puoi soltanto rimanere fermo, a rimuginare lentamente su cosa significhi per te restare al mondo, sulla differenza brutale fra vita e sopravvivenza delle emozioni.
Mauro Mondello
Shoplifting from American Apparel
Tao Lin (Melville House Books, 2009)
“Hai presente quelle persone che si svegliano tutte le mattine e fanno cose?” disse Luis.
“Mangerò cereali anche se non ho fame,” disse Sam.
“E sono veramente attive,” disse Luis. “ E tipo, concludono qualcosa, e non mollano il lavoro. Quelle persone fanno schifo.”
“Anche noi facciamo cose,” disse Sam. “Guarda i nostri libri.”
“Okay, ma non ci fanno fare soldi, “ disse Luis. “Saremmo mica, quella parola ‘bohemiennes’, o qualcosa del genere. Le nostre biografie: ‘Vissero in povertà scrivendo i loro capolavori.”
“Siamo la generazione fottuta, “ disse Sam.
“Qualcuno ha rilasciato questo comunicato stampa annunciando ‘sta cosa. Guarda che refuso.”
La parola ‘annunciando’ era lunga quasi il doppio del normale.
“Sto ridendo,” disse Luis. “È un bel refuso.”
“Come ne usciamo,” disse Sam.
“‘Le loro scarpe facevano schifo, non potevano permettersi tagli di capelli, rubavano per rimanere vivi, vivendo di avanzi per creare la loro arte, ma credevano che se avessero scritto, qualcosa sarebbe accaduto,’” disse Luis.
“Chi sono loro,” disse Sam.
“Loro siamo noi,” disse Luis.
Paola Moretti
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