Abbiamo letto. Dovreste farlo anche voi
Trentacinque secondi ancora
Lorenzo Iervolino (66thand2nd, 2017)
Olimpiadi di Città del Messico, 1968. Tommie Smith, John Carlos e Peter Norman si avviano verso la cerimonia di premiazione dei 200 metri piani. I tre salgono sul podio. Ricevono le loro medaglie, poi partono gli inni. Smith e Carlos sollevano al cielo due pugni chiusi, stretti in un guanto nero: nasce uno dei momenti più iconici di tutto il Novecento, una fotografia che resterà impressa per sempre nell’immaginario collettivo mondiale. Lorenzo Iervolino racconta la storia di quel gesto e dei due uomini, Smith e Carlos, che furono squalificati a vita dalle Olimpiadi, dovettero fronteggiare ostracismi e minacce, scoprirono, di colpo, di aver sfidato una montagna impossibile da scalare. Un momento che si mischiava, inesorabilmente, alle tensioni di un’America lacerata dalla questione razziale. Malcom X, le Black Panthers, Martin Luther King, tutti protagonisti di una rivolta per i diritti che, come ci ricorda questo libro, non può avere una vittoria finale, ma deve trasformarsi in lotta permamente.
Entrerios Ginostra
Eileen
Ottessa Moshfegh (Mondadori, 2015)
Eileen viveva a X-Ville in Massachusetts, lavorava in un carcere minorile, viveva con il padre, alcolizzato e guidava una Dodge il cui tubo di scappamento non funzionava. Eileen si vestiva con gli abiti della madre morta, odiava il suo corpo, odiava se stessa. Provava piacere nell’evacuare dopo una forte dose di lassativi, era vergine, ma aveva pensieri perversi. Eileen ora è vecchia, vive a New York e racconta di quest’altra Eileen, quella giovane e arrabbiata, quella che è scappata. Vincitore del Pen Prize il romanzo eponimo è un thriller letterario. Nella prima parte l’atmosfera sconsolata, la protagonista morbosa, e la sua relazione abusiva con il padre sono plasmati da un linguaggio sempre originale, sempre calzante, sempre avvincente. E’ la trama che vacilla, il punto di svolta sembra non arrivare mai e quando poi lo fa non è abbastanza. E’ il personaggio che induce la svolta, la nuova collega bella e ricca, che non convince. Quello di Ottessa Moshfegh è un libro promettente, primo romanzo edito in Italia, ma che manca ancora della maestria ed efficacia con cui invece ammalia nei suoi racconti brevi.
Paola Moretti
La donna del tenente francese
John Fowles (Mondadori, 2007)
“Quando si dice non giudicare un libro dalla copertina” aveva saggiamente premesso nella dedica l’amico che mi ha regalato questo libro. Ma neanche dal pessimo titolo, se proprio vogliamo dirla tutta. E neppure la trama è delle migliori aggiungo, e il finale – o meglio, i tre finali – lasciano il lettore perplesso e confuso. Eppure si tratta davvero di un libro che vale la pena leggere, se non altro per la precisa ambientazione storica e caratterizzazione dei personaggi. Fowles, autore di metà novecento, ambienta la vicenda esattamente un secolo prima del momento in cui scrive, ovvero nel 1867, e la sua abilità consiste nel saper ricreare perfettamente nei suoi personaggi le nevrosi, le convinzioni, le abitudini sociali, l’etica e le confusioni ideologiche dell’epoca vittoriana, l’epoca che segna il definitivo declino della nobiltà e l’ascesa della nuova potente borghesia mercantile e della nuova mentalità orientata al mito del progresso.
Da autore postmoderno, Fowles non si limita a ritrarre un determinato periodo storico, ma non esita a criticarne l’etica affettata ed i comportamenti ipocriti, non senza fornire al lettore gli strumenti di analisi necessari a comprendere gli sconvolgimenti emotivi che investono i suoi personaggi.
“Viviamo in un’epoca di grande progresso. E il progresso è come un cavallo vivace. O lo si doma o se ne viene schiacciati”.
Cecilia Callegari
Manuale per ragazze di successo
Paolo Cognetti (Minimun Fax, 2004)
Trentaquattro gradi, ventilatore acceso, Agosto in città: il momento perfetto per leggere la prima raccolta di racconti pubblicata da Paolo Cognetti.
Quello che succede nelle storie è quello che succede nella realtà. Viaggi in macchina attraverso campi di grano, i panini in autogrill, le riunioni di famiglia nella casa al lago, Milano torrida e deserta. La prosa è poetica ed incalzante. A volte persino troppo, alcuni racconti finiscono proprio quando il lettore riesce ad entrare nel mood, quando si aspetterebbe di assaporare il senso della narrazione. E’ interessante leggere uomini che scrivono di donne, ma Cognetti pare che scriva di una sola. Tutte le sue protagoniste sembrano avere lo stesso carattere scostante, rigido e ambizioso. Appaiono prive di pulsioni, aride di sentimenti e contrasti forti. Sono piuttosto gli uomini che orbitano intorno a loro che, seppur deboli e deludenti, mostrano più umanità, provocano più reazioni. E’ una lettura in fondo piacevole perché lo stile è elegante e le ambientazioni perfette, forse è il titolo ad essere sbagliato. Più che un manuale per ragazze di successo sembrerebbe un compendio di uomini tristi.
Paola Moretti
Antropologia di una ragazza
Hilary T. Hamann (Fandango Libri, 2011)
Un romanzo di formazione. Un romanzo d’amore. Un romanzo decisamente troppo lungo. Eveline Auerbach è un’adolescente come lo siamo state tutte, in preda a mille domande, divisa tra l’amore verso il proprio ambiente protetto e quello per un futuro sconosciuto, impersonificato da Harrison Rourke, un pugile bello e tenebroso che irrompe nella sua vita scombinandole tutti i piani. I molti passaggi poetici perdono qualcosa nella versione in italiano, appesantita in sordina da una traduzione a volte troppo letterale, che porta a domandarci: vale la pena leggere 730 pagine per una storia che ne avrebbe potute tranquillamente occupare al massimo 300? Antropologia di una ragazza è un libro che può essere apprezzato probabilmente meglio in lingua originale.
Elena Cascio
Another Country
James Baldwin (Penguin Classic, 2001)
Ho scoperto James Baldwin per caso. Qualche mese fa, un’amica mi ha convinta ad andare al cinema a vedere I am not your Negro, un magnifico documentario diretto da Raoul Peck e basato sulla vita dello scrittore. “Devo subito comprare un suo romanzo” mi sono detta alla fine del film. Ovviamente non l’ho mai fatto ma, per uno di quei strani casi della vita, sono i libri a volte a sceglierci e così sono capitata davanti ad un romanzo di Baldwin poco meno di un mese fa. Another Country è un libro che si legge tutto d’un fiato. I temi che esplora sono tanti e diversi: quanto cambia la nostra vita il colore della nostra pelle? Cosa significa essere neri? E bianchi? Come si fa a capire di essere etero(omo)sessuali? Immergetevi in una New York anni ’50 abitata da uomini e donne adulteri, schiavi dell’alcool e dei piaceri, ambiziosi ed arrivisti. Rufus, Vivaldo, Ida, Cass, Richard ed Eric vi scuoteranno l’anima e metteranno in crisi le vostre certezze.
Mirea Cartabbia
Atlantico
Simon Winchester (Adelphi, 2010)
L’Atlantico è un mondo. Duemilacinquecento anni di esplorazioni, commerci, guerre, avventure, leggende. A lungo si è temuto che fra i flutti grigi e impetuosi del mare più misterioso di questo pianeta si nascondessero mostri e giganti, che vi abitassero creature di un altro luogo, che non si potesse solcarlo, ma solo tenerlo a distanza. Furono i Fenici, per primi, a sfidarne le acque. Poi vennero navigatori, mercanti, pescatori, scienziati. Simon Winchester racconta l’epopea del “mare interno della civiltà occidentale” e ci riporta all’importanza, a volte dimenticata, di un Oceano Atlantico che è oggi a volte considerato solo come distanza fra continenti. E che invece costituisce la storia, il tempo, le origini e, soprattutto, il futuro, del nostro mondo.
Mauro Mondello
Una cosa divertente che non farò mai più
David Foster Wallace (Minimum Fax, 2012)
Uno scrittore viene mandato in crociera extralusso ai Caraibi per scriverne un reportage. Insieme a lui, sulla m.n. (“mega-nave”) Zenith, altri millecinquecento americani muniti di fotocamere di ultima generazione e tanta voglia di “rilassarsi” (cit.). Lo scrittore osserva, si mimetizza (o almeno, ci prova), commenta e poi scrive. Il risultato è un capolavoro di satira sferzante sulla società americana degli anni Novanta. La storia è sfortunatamente vera in ogni suo minimo, imbarazzante particolare. Lo scrittore è l’impareggiabile David Foster Wallace.
Elena Cascio
Gli indifferenti
Alberto Moravia (Giunti, 2012)
Se aveste chiesto ad Alberto Pincherle, pseudonimo di Alberto Moravia, cosa ne pensasse del suo best-seller Gli indifferenti, di sicuro non avreste udito parole lusinghiere. L’eccessiva lussuria di Leo e quella di Lisa, il desiderio di possesso esagerato della madre, l’indifferenza di Carla e Michele, gli sembravano imperfetti e la storia tutta da rifare. Eppure, ancora oggi, il romanzo e i problemi trattati restano attuali. Non solo l’indifferenza del titolo, ma anche il senso di impotenza di fronte ad un destino che non si può cambiare solo subire. La punteggiatura sregolata, i dialoghi incalzanti, il tempo contratto in cui si svolge l’azione contribuiscono a creare un clima di una tragedia greca senza l’elemento del tragico. E ci pongono di fronte al problema senza tempo dell’intellettuale pronto ad agire ma incapace di farlo.
Mirea Cartabbia
Storie di Gap
Santo Peli (Einaudi, 2014)
Gap, ovvero Gruppi di Azione Patriottica. Uomini che fecero esplodere la Resistenza in Italia, il cui ardimento rivoluzionò il sistema di guerriglia contro il nazifascismo. Non più battaglie difensive in campo aperto, fra impervie creste montuose, boscaglie e cascine abbandonate. I Gap erano clandestini dentro le città, progettavano assassinii mirati di gerarchi e truppe di occupazione tedesche, attaccavano depositi militari, s’ingegnavano in pericolosi attentati dinamitardi nel cuore di Firenze, di Genova, di Milano, di Roma. Se arrestati, subivano torture indecenti, fino alla morte. Se sopravvissuti, costituivano un’avanguardia solitaria nella lotta della Resistenza in Italia. Per i partigiani ritirati in montagna, da sempre i Gap erano “i professionisti della guerriglie”, per molti oppositori erano dei “terroristi”. Per quasi tutti, semplicemente, erano “folli”, protagonisti di azioni offensive impossibili. Santo Peli prova a ricostruire, con equilibrio, con rigore, una mappa documentale dei Gap, rimettendo insieme i pezzi di un passaggio della nostra Storia di cui è fondamentale mantenere traccia.
Mauro Mondello
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