Vi consigliamo dei libri datati, delle ultime uscite, dei grandi classici, della narrativa indipendente, dei fumetti, della poesia. Vi consigliamo cosa leggere dopo aver letto a nostra volta.
Le dieci mappe che spiegano il mondo
Tim Marshall (Garzanti, 2017)
Che cosa c’entra la grande pianura nordeuropea con i fallimenti delle campagne militari in Russia di Napoleone nel 1812 e di Hitler nel 1941? In che modo i ricavi economici dei canali di Suez in Egitto e di Panama in America Centrale risentiranno degli effetti dello scioglimento dei ghiacci dell’Artide? Perché entro il 2040, si prevede, sarà aperta per almeno due mesi l’anno la rotta polare, e così si trasformeranno i collegamenti commerciali dell’intero pianeta. Tim Marshall, per trenta anni corrispondente estero della BBC, inviato di guerra in quasi tutti i conflitti degli ultimi decenni, ci spiega con chiarezza ed eleganza come montagne, fiumi, giungle, insomma la geografia del territorio che abitiamo, costituiscano il contesto imprescindibile che condiziona gli eventi politici e gli sviluppi sociali di tutti i popoli del mondo. In altre parole, per capire la storia occorre sapere la geografia. Una cosa che inspiegabilmente sfugge ai compilatori dei programmi scolastici ministeriali delle scuole di molti paesi, in cui capita che ad insegnare storia e geografia siano spesso persone diverse. Nonostante il nostro globale mondo digitalizzato paia aver consentito il superamento di ogni confine e di ogni distanza, i deserti, i laghi, i fiumi, mari e montagne imprigionano gli uomini lasciandogli meno spazio di manovra di quello che si creda. La lettura di questo libro offre la conoscenza di molte preziose informazioni che ci aiuteranno a capire meglio il mondo in cui viviamo.
Alessandro Borscia
L’arte Contemporanea. Tra mercato e nuovi linguaggi
Angela Vettese (Il Mulino 2012)
Angela Vettese è dinamica; è storica dell’arte, curatrice, professoressa, presidentessa di una fondazione. E si muove con disinvoltura nel mondo dell’arte come se fosse nel salotto di casa sua:mentre serve il tè tira le somme di ciò che ha visto, conosciuto, sperimentato nel suo percorso, ma senza mai scadere nel personale.
Il mondo dell’arte ha mille sfaccettature; la fruizione del pubblico è la parte finale di una macchina complessa che prevede aspetti meno romantici di ciò che ci si immagina quando si pensa all’artista che crea; ci sono i musei e le gallerie, i critici e gli storici, e soprattutto il mercato che influenza molte delle scelte di tutti gli ingranaggi di quella che talvolta sembra essere a tutti gli effetti una catena di montaggio: sforna, insieme a un prodotto, una particolare concezione di gusto più o meno comune. Sicché a lungo andare ogni nuova epoca artistica scombussola tutte le domande che la disciplina estetica porta a porsi, prima tra tutte: cosa è arte?
Scettici che però non demordete e sperate un giorno di poterci capire qualcosa dell’arte contemporanea, è l’ora di redimervi dall’affermazione pronunciata almeno una vota nella vita
contemplando l’orinatoio di Duchamp: “questa non è arte”.
Greta Canestrelli
La mia vita disegnata male
Gipi (Coconino Press. 2012)
China nera, linee semplificate, immagini poco particolareggiate. La mia vita disegnata male è un’autobiografia, appunto, disegnata male e racconta di una vita trascorsa tra abuso di droghe, disfunzioni al pene, epatite e altre avventure. Quindi, come accade a molti, vissuta male. Gipi si mette a nudo nel suo modo velatamente pudico, raccogliendo i ricordi, schizzandoli sulle tavole, regalandosi ai lettori. La mia
vita disegnata male è la storia di un grande artista capace contemporaneamente di raccontare a ognuno di noi qualcosa di se stesso.
Elena Cascio
L’abbandono. Racconti degli anni ottanta
Pier Vittorio Tondelli (Bompiani, 2016)
Si finisce sempre per trovare quello che non si cerca. O meglio, si finisce sempre per essere trovati da quello che non si cerca. Nel bene e nel male. Ne L’abbandono Tondelli raggiunge un’apertura al mondo totale, schietta, senza pregiudizi. In questo faldone in cui si sono accumulati per anni frammenti, articoli, abbozzi sugli anni ’80, non c’è la scaltrezza dell’ideologia, dell’interesse, che invecchia presto. In questa autofiction in embrione non c’è traccia di moralismo né di autocelebrazione che, per quanto sottili, si annidano sempre tra le righe di chi scrive di sé. Tondelli riesce a essere se stesso senza mettersi in mostra, perché in queste pagine è noi stessi, è noi tutti. E così è la sua scrittura: completa e consapevole come poche, e umile perché sicura di sé.
Flavio Villani
Stupore e tremori
Amélie Nothombe (Voland, 2002)
Scalare la piramide sociale, a testa in giù. Scendere negli inferi di una società giapponese, la Yumimoto, gradino dopo gradino fino a giungere alla posizione più bassa, quella di guardiana delle toilette. E tuttavia rispettare le regole locali della decenza tenendo la bocca chiusa e svolgendo il proprio lavoro senza fiatare. L’ironia, nella catastrofe di una storia di vita vissuta, di Amélie-san accompagna questa lettura leggera dall’inizio alla fine, riconfermando lo stile inconfondibile di Amélie Nothombe.
Elisa Barrotta
Come vivere a lungo e La provvidenza
Lucio Anneo Seneca (Newton Compton, 1993)
Per imparare a vivere […] ci vuole una vita intera, ma la cosa più sorprendente è che per tutta la vita bisogna imparare a morire. Prima di leggerlo mi faceva sorridere che un trattato che si chiama De brevitate vitae venisse tradotto come Come vivere a lungo. Ma, in fondo, perché? Breve e lungo sono due facce di una sola medaglia, il bicchiere mezzo pieno e quello mezzo vuoto: il livello del liquido resta invariato. Seneca non disprezza il “mezzo vuoto” otium, la vita contemplativa, purché non preveda una mera perdita di tempo; lo mette in relazione col “mezzo pieno” negotium, la vita attiva, produttiva, che non deve mancare nella vita dell’individuo. È l’equilibrio tra le due parti che avvicina al conseguimento di quell’attitudine virtuosa che Dio approva quando mette alla prova i suoi “discepoli” migliori. Questo è ciò che scorre nel fiume del De provvidentia: Dio inguaia i più virtuosi perché possano incrementare la propria virtù, dimostrando di non temere il dolore più che la morte. Perché d’altronde, si porta via una cosa solo a chi vuole tenersela, e tanto vale per la vita.
L’attualità di questi due scritti senecani di più di venti secoli fa si concretizza nel conforto che ha chi sopravvive al clima di terrore che si annida nel male di ogni epoca: sentirsi soddisfatti delle proprie virtù è forse quel che rimane da sperimentare per indurre un automatico distacco dalle paure.
Greta Canestrelli
Il libro contro la morte
Elias Canetti (Adelphi, 2017)
Una utopia-ossessione, quella di Elias Canetti contro la morte e la violenza del Potere. Una battaglia che sarebbe dovuta diventare il suo libro definitivo, e che ora vede luce postuma, sotto forma di appunti, parabole e aneddoti zeppi di riferimenti religiosi, etnografici e filosofici e scambi con i colleghi (temibili quelli con Thomas Bernhard). Donchisciottesco come il Sisifo di Camus, urta e ferisce, nella sua ostinazione testarda, ma ci convince che le battaglie più degne son quelle che non è detto si potranno mai vincere.
Manuel Lieta
Il Primo Dio
Emmanuel Carnevali (Adelphi, 1978)
Carnevali è stato uno di quelli che se lo si conosceva a scuola, durante il Liceo, lo si prendeva a spintoni fino a quando inciampava nel banco. A Carnevali gli si faceva sniffare il gesso della lavagna. Carnevali è stato un fallito, un’anima in pena, un fisico gracile e malaticcio. È stato un ossessionato, uno scansafatiche, uno che ha vissuto poco. È stato povero come pochi. Carnevali era un immigrato sognatore, ma con la sfortuna (e l’ardire) di trasformare tutti i suoi sogni in incubi.
Emmanuel Carnevali è stato un poeta e uno scrittore. Uno tra i migliori del 900.
Mattia Grigolo
Leggi tutti gli articoli della Redazione di Yanez
In Copertina: The Reader – Screenshot
REDAZIONE
Wale Café
Hobrechtstrasse 24, 12047 Berlin