Cosa significa essere soli? Si parte da qui, perché in fondo la lettura e la scrittura è una costante ricerca della solitudine. Un’emarginazione positiva, costruita su mondi fantastici ed informazioni, talvolta futili, altre impossibili, oppure eccezionali, che diventano vitali quando a raccontarcele è la parola. Come la rabbia che abbiamo dentro e che deve essere sprigionata attraverso l’arte, come quella stessa rabbia che ci divora quando è l’ignoto a farci paura, quando non riusciamo a capire perché una morte può essere non decifrabile.
Oppure perché la natura, gli animali, riescano a fare cose che non immagineremmo mai. Un racconto è una vita, amara, viscida, normale, incredibile. È una vita che si consuma fino all’ultima pagina, afferrandoti e trascinandoti nel suo mondo.
Questo è leggere e scrivere.
Noi l’abbiamo letto, tra dicembre e gennaio.
The Lonely City. Adventures in the Art of Being Alone.
Olivia Laing (Picador Books, 2016)
Olivia Laing sarebbe in grado di rendere interessante anche il foglietto illustrativo dello sciroppo per la tosse. Sarebbe in grado di farti stare simpatico persino Andy Warhol. Anzi lo fa, in ‘The Lonely City‘, esplorando quella solitudine tutta particolare che si vive nelle metropoli, mentre cerca di capire cosa significa essere soli. Edward Hopper, Nan Goldin, Jean-Micheal Basquiat, produttivi, creativi, emarginati. Partendo da un’analisi della vita e delle opere di artisti operanti a New York, Laing indaga il rapporto tra isolamento e creatività. Sviscera una delle esperienze umane più largamente condivise eppure più difficile da condividere, con quella delicatezza di chi la solitudine l’ha abitata spesso.
Paola Moretti
Un villaggio di piccole case
Ian Ferguson (Mattioli 1885, 2007)
Vincitore della Stephen Leacock Memorial Medal for Humour, che premia la migliore opera di letteratura umoristica canadese, questo è un romanzo stracolmo di risate, anche se spesso amare, viscose, ruvide. Una vita ne è al centro, a suo modo straordinaria, come tutte le vite possono essere quando trovano chi sappia raccontarle. E poi ce ne sono molte altre qui dentro, di vite, che le ruotano attorno, senza creare vortici, ma con l’immobilità e la forza dei luoghi che vivono costantemente sotto la neve. O con la pace, la lentezza e la tenacia degli indiani, che raccolti intorno al fuoco si raccontano delle storie. Un libro sul freddo e sul calore umano che, a volte in forme assurde, ne deriva; come il tuo migliore amico che ti orina su una mano per staccarla dalla catena ghiacciata di un’altalena.
Daria Tombolelli
La Rabbia
A cura di Valerio Bindi e Luca Raffaelli
(Einaudi Stile Libero Extra, 2016)
Otto storie di undici autori nati tra il 1978 e il 1992, tra i quali spiccano i nomi sicuramente più conosciuti di Hurricane e Zerocalcare. Otto punti di vista dai tratti inconfondibili su un unico tema: la rabbia. Una rabbia che non sfocia in azione perché propria di una generazione che non ha mai avuto la possibilità di partecipare, che si è trovata esclusa dalle dinamiche che governano il mondo a partire dal giorno in cui è nata. Che ha subìto Genova e la Diaz e il cyber-bullismo e la cyber-idiozia, e per la quale precariato lavorativo ed emozionale si trasformano da conseguenze a stati esistenziali a priori. Le undici teste di La Rabbia, così diverse tra loro, hanno in comune il punto di partenza, ovvero il festival autogestito Crack!, nato dieci anni fa negli spazi del Forte Prenestino di Roma, e un sentimento di fondo che le lega in maniera indissolubile: la determinazione di chi non si lascia addomesticare e sceglie di esprimersi attraverso il fumetto, gridando la propria rabbia dalle tavole meravigliose contenute in questa antologia.
Elena Cascio
Trilogia della Pianura
Kent Haruf (NNEditore, 2015)
C’è una filo sottilissimo, come di nylon, quasi invisibile, che percorre le pagine di Benedizione, Canto della Pianura e Crepuscolo. È la vita che abbraccia la morte in quel modo semplice e umano. Kent Haruf dipinge delle vite, talune solide, altre in bilico, in uno stile spoglio come un deserto di terra, irrompendo nella normalità e riempiendola come un pozzo, mettendocela davanti agli occhi come se fosse un cucciolo di anziano che altro non può fare che aspettare che tutto si spenga. Come una bambina madre e due bambini e fratelli senza madre. Uomini e duri come il cuoio.
La trilogia della Pianura è saper attendere, è una poesia orfana dei versi. È una storia come tante altre, solo più soffice.
M.G.
Morire Al Cairo. I misteri dell’uccisione di Giulio Regeni
Antonella Beccaria, Gigi Marcucci (Castelvecchi, 2016)
Il 25 gennaio 2016, il ricercatore Giulio Regeni fu rapito Al Cairo, nel giorno dell’anniversario delle proteste di Piazza Tahrir. Il 3 febbraio 2016 il suo corpo viene ritrovato. È da subito chiaro che il ragazzo è stato torturato fino ad essere ucciso. Antonella Beccaria e Gigi Marcucci cercano di districare una matassa complessa che, ancora oggi, mostra i suoi lati oscuri. Chiaramente di parte, i due autori si gettano alla rincorsa di una verità fatta, purtroppo, di parole ripetute all’infinito e troppi errori di battitura (Castelvecchi imputata). Un buon antipasto per chi vuol sapere come sono andate le cose, ma niente pranzo.
Mattia Grigolo
Il dizionario delle cose impossibili
Didier Van Cauwelaert (Edizioni Clichy, 2015)
Ci sono tante di quelle cose che pensi non passano essere possibili che nemmeno ti immagini. C’è sempre una latenza impercettibile fra ciò che la fantasia può fare e ciò che la realtà fa davvero. Checché tu ne dica.
In fondo, se ci pensi un attimo, quante volte ti sei detto incredulo davanti ad una cosa assolutamente reale. È il mago che schiaccia il prestigiatore, la magia che è magia e nient’altro.
A metterlo nero su bianco è Didier Van Cauwelaert, scrittore francesce di origine belga, in un libro che è sia un saggio che un romanzo, ma anche un dizionario. Forse un’enciclopedia.
Lui ti spiega delle cose [vere] sulle api che ti sconvolgeranno, te ne spiegherà alcune sui viaggi nel futuro [vere] ed altre sulla telepatia e gli animali [vere]. Ti dirà cose [vere] che ti sembreranno [false]. Ti stupirai.
A.N.S.
Il Provinciale. Settant’anni di vita italiana
Giorgio Bocca (Feltrinelli, 2012)
Giorgia Bocca è stato prima di tutto un giornalista, uno tra i migliori che il nostro paese abbia avuto. Poi è stato uno spavaldo, un arrogante, un fascista, un partigiano, un solitario, un puttaniere, uno di destra, uno di sinistra, un burbero, un orso, un giusto, uno sbagliato, un uomo, un semidio, uno scrittore, un curioso, un anti italiano, un anti americano, un nemico delle Brigate Rosse, un viaggiatore attento, un servo, un padrone, un buon padre, un povero, un ricco, un assassino, un anti torinese, uno di Cuneo, uno di Milano, uno di Roma, un provocatore, un donnaiolo impacciato, uno a cui non piacevano le belle ragazze, uno che ha raccontato l’Italia, uno che ha raccontato il mondo.
E un provinciale.
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